rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
La testimonianza / Centro Storico

Città in affitto, il residente: “Tutto a misura di turista, noi siamo gli ospiti”

Stefano Bartoli, residente in San Lorenzo: “Ogni volta devo spiegare che non si può suonare la chitarra alle tre del mattino”

“Ci ho messo due anni a trovare questa casa, non vorrei andarmene”. Stefano Bartoli dal 2020 vive in borgo San Lorenzo, quasi l’ultimo giapponese nel proprio condominio, “su dieci appartamenti, sette sono destinati ad affitti brevi e brevissimi”. Intervenuto alla presentazione dell’indagine di Sunia, Cgil e Progetto Firenze,  racconta così le difficoltà di chi si trova ad essere uno dei pochissimi residenti, le cui esigenze del quotidiano si scontrano con quelle di chi è qui per godersi una vacanza senza troppi pensieri. In tutti i sensi.

“Vagli a spiegare che sono le tre del mattino e non possono suonare la chitarra o il bongo; magari lo capiscono, ma serve a poco perché poi vanno via, arrivano altri e riparti da capo. Nell’ingresso vengono parcheggiati monopattini e biciclette nonostante il cartello, c’è gente che va su e giù in continuazione, rovescia la roba sporcando le scale, lascia il portone aperto. E così senza sosta praticamente h24. Ormai non ci salva neanche la bassa stagione, è la stessa storia tutti i giorni dell’anno. E il fatto che i proprietari vivano altrove peggiora le cose: nel mio palazzo ci sono appartamenti dove la manutenzione non è fatta come si dovrebbe, il rumore continuo dei condizionatori, che questi ragazzini tengono accesi sempre anche quando non sono in casa, mi costringe a dormire con le finestre chiuse pure in agosto; finestre che peraltro posso aprire poco anche di giorno perché ogni volta mi sembra di pranzare visto che abito sopra due ristoranti. In altre occasioni, invece, bussano alla porta addetti alle pulizie per cambiare la biancheria in un appartamento del palazzo senza sapere quale”.

“È anche giusto - aggiunge - che chi ha un alloggio da affittare possa trarci un reddito e se può farlo ai turisti magari a 250 euro a notte, buon per lui. Mi fa però paura l’idea di città che hanno certe amministrazioni, se tutto è a misura di turista, rischiamo di diventare noi gli ospiti”.  Una condizione che per certi versi vive già adesso: “Basta passeggiare per il quartiere per rendersene conto, ormai sono quasi tutti ristoranti. Il civaiolo in via Taddea come l’elettricista di via Guelfa mi dicono che aspettano solo di andare in pensione per poi chiudere, lo stesso mi raccontano nel negozio di strumenti musicali in via Ginori, perché i residenti non ci sono più. Oppure si può fare un salto al supermercato in piazza San Lorenzo, aperto 365 giorni l’anno fino alle 21; difficile che a quell’ora un fiorentino scenda a comprare il pane. I prezzi dei beni primari sono più alti e anche la disposizione dei prodotti sugli scaffali è pensata per i turisti. Tutto lecito per carità, mi chiedo però quanto la città possa sostenere flussi di questo tipo, 12 milioni di presenze l’anno, senza alcuna pausa. Quanto potrà durare ancora il giochino?”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Città in affitto, il residente: “Tutto a misura di turista, noi siamo gli ospiti”

FirenzeToday è in caricamento