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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Ragazza violentata a casa della figlia di Cairo: condannato un 27enne

I fatti risalgono all'ottobre 2021. La figlia dell'editore, mai inclusa nell'indagine, si è detta estranea, difendendo il presunto aggressore

Avrebbe violentato una studentessa universitaria di 25 anni a casa di una sua amica, la figlia del presidente di Rcs e del Torino calcio, Urbano Cairo. Si tratta, chiarisce Milanotoday, di un giovane di origini fiorentine all'epoca 27enne che è stato condannato con rito abbreviato a quattro anni e due mesi per i fatti accaduti a Milano tra il 22 e il 23 ottobre 2021. Secondo quanto testimoniato dalla vittima, dopo una serata trascorsa in diversi locali, si sarebbe svegliata su un divano letto con un ragazzo sopra di lei, che nemmeno conosceva. La padrona di casa, ascoltata una volta durante le indagini, si è detta ignara di quello che era accaduto nel suo appartamento in Brera, pur essendo presente quella notte.

La violenza

Secondo quanto riporta La Stampa, quella sera di ottobre il gruppo di amici, tra cui la vittima e Cristina Cairo, hanno girato diversi locali di Milano tra cui il Panika, in Porta Nuova e il Play Club non poco distante. Poco prima dell’alba la compagnia si è spostata a casa della Cairo. Edoardo P. si è unito al gruppo nell’appartamento in Brera. La vittima si sarebbe addormentata sul divano letto con accanto tre ragazzi, mentre la padrona di casa e il fidanzato nella camera da letto soppalcata. Attorno alle 6 del mattino uno dei tre giovani nel divano letto è tornato a casa.

È a quel punto che la giovane si è svegliata, ancora stordita dall’alcol, trovando sopra di sé Edoardo P. che abusava di lei. La ragazza ha dichiarato di aver chiesto aiuto al secondo uomo nel letto che però, come sostiene lui, non si sarebbe accorto di nulla, salvo essere incastrato da una chat (La Stampa riporta: "Non capivo se chiedesse aiuto o di partecipare") che però non è stata sufficiente per includerlo nelle indagini come complice. La vittima è riuscita ad allontanarsi dopo un’ora chiedendo aiuto ad alcune amiche che l'hanno accompagnata in ospedale e, successivamente, a sporgere denuncia. Cristina Cairo ha difeso il presunto aggressore, affermando di conoscere molto bene il giovane fiorentino, secondo lei una persona per bene incapace di compiere un atto simile. Tutti quella notte, in quella casa, non hanno sentito niente. La difesa ha provato a respingere le accuse attraverso consulenze medico legali, insufficienti però a convincere il giudice che ha proceduto alla condanna.

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