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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Mensa universitaria, cambia il menu: “Più sana e sostenibile, abbattiamo 2mila tonnellate di CO2”

La nuova offerta presentata dai vertici dell'Azienda per il diritto allo studio: “Verdure e prodotti a chilometro zero, carne rossa una volta la settimana”

Cambia l’offerta alimentare delle mense universitarie della regione. Il nuovo menu è stato presentato ieri dai vertici dell'Azienda Dsu (Diritto allo studio universitario) della Toscana, il presidente Marco Del Medico e il direttore generale Enrico Carpitelli, assieme all'assessora regionale all'università Alessandra Nardini.

“Rispetto dell’ambiente e della salute sono gli obiettivi primari dell’alimentazione promossa nelle nostre mense”, spiegano i vertici dell'azienda, che eroga quasi 4 milioni di pasti all’anno (8mila al giorno) in circa 40 punti ristoro dislocati in tutta la Regione.

Nella revisione dei menù proposti agli studenti, si spiega, “è stato tenuto conto del giusto apporto di nutrienti per favorire un buono stato di salute dei fruitori e operata una diminuzione dei derivati animali nell’offerta giornaliera, valorizzando le proteine vegetali con una rinnovata proposta gastronomica”.

La Dsu spiega di aver aumentato la quantità di verdure, prodotti biologici e a chilometro zero e aver ridotto, ad esempio, le carni rosse ad una sola volta alla settimana. Presenti anche piatti vegetariani e vegani.

“Una nuova proposta che permette potenzialmente di abbattere di circa 2mila tonnellate la produzione di CO2 in un anno, la stessa quantità prodotta da quasi 17.900 macchine che percorrono l'autostrada del Sole per intero da Milano a Napoli. Vi è poi una costante attenzione alla riduzione degli imballi, alla differenziazione dei rifiuti ed alla eliminazione della plastica tramite sistemi freebeverage, piatti, bicchieri e posate lavabili e prodotti compostabili”, spiegano Del Medico e Carpitelli.

Sono state riviste 485 distinte del ricettario secondo i criteri di sostenibilità individuati e sono state inserite 66 nuove ricette per la composizione dei nuovi menù “in un costante dibattito interno sulle procedure di produzione supportato anche da scambi internazionali mirati al confronto con altre esperienze significative in altri Paesi”.

“Vogliamo così favorire il pluralismo alimentare come fenomeno di convivenza tra differenti cucine, in cui innovazione e tradizione rappresentano un valore aggiunto”, spiega Del Medico. “Abbiamo migliorato il servizio ristorazione indirizzato agli studenti universitari e nello stesso tempo ridotto l’impatto di tutta la filiera”, aggiunge Carpitelli. Il prezzo di un pasto completo varia, a seconda delle fasce di reddito, dai 2,80 euro ai 4,50 euro.

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