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Cronaca

"Non avere il becco di un quattrino": spiegazione di un detto fiorentino

Il detto nacque durante il Granducato di Toscana

“Non avere il becco di un quattrino” questa è un'espressione tipicamente fiorentina che indica la mancanza - più o meno assoluta - di denaro. Ma cosa significano queste due parole: “becco” e “quattrino”?

La prima, ovvero “becco”, in questo caso non ha un vero significato etimologico, è usato come rafforzativo che sottolinea la scarsità di quantità (può significare, riferendosi ad un marito o fidanzato, tradito e dileggiato). 

Questa definizione è confermata dalle note scritte da Paolo Minucci (un intellettuale dell’epoca), su ordine di Leopoldo de’ Medici, per spiegare le espressioni idiomatiche tratte dal linguaggio popolare toscano, del poema eroicomico di ambiente cavalleresco “Malmantile” di L. Lippi. Tra queste note, pubblicate tra il 1688 e 1750, ne compare una che afferma: “quella parola becco si mette a maggiore espressione”.

Il “quattrino” invece è stata una moneta in rame del Granducato di Toscana e di altri stati italiani fino al XVII secolo. Aveva il valore di quattro (da cui il nome) pìccioli (cioè piccoli denari). 3 quattrini formavano un soldo. In Toscana 5 quattrini formavano una crazia: moneta coniata dai granduchi a partire da Cosimo I, fu imitata dai duchi d’Urbino nella zecca di Pesaro.

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