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Cronaca

Niccolò Ciatti, l'amarezza e il dolore sei anni dopo: "Chi l'ha ucciso è ancora libero"

Parla il padre Luigi: "Mio figlio si divertiva come qualsiasi ragazzo", poi la brutale aggressione. "Andate a prendere l'omicida"

"Queste sono le ore in cui Niccolò si stava divertendo come qualsiasi ragazzo di 21 anni: il giorno dopo è successo quello che è successo". Sono trascorsi già sei anni da quella notte infame fra l'11 e il 12 agosto 2017. L'amarezza e tanto dolore, nelle parole di Luigi Ciatti, padre di Niccolò, che parla alla vigilia dell'anniversario della scomparsa del figlio, ucciso in un pestaggio in discoteca a Lloret de Mar, in Spagna.

Un calcio in faccia. Poi più niente. Compresa la giustizia, che non è mai davvero arrivata. Luigi Ciatti appare quasi rassegnato, ma comunque deciso a non darsi per vinto. 

"Il problema essenziale è uno: - sottolinea - la persona che ha ucciso mio figlio è libera. La rabbia c'è perché non si può lasciar fuggire uno che ha compiuto un crimine del genere, come hanno fatto in Spagna ma anche in Italia". Rassoul Bissoultanov, il 30enne ceceno responsabile dell'uccisione di Niccolò è stato condannato in appello sia in Italia (23 anni) che in Spagna (15). Ma nessuno sa dove sia. 

"In Italia dopo il 5 settembre ci saranno le motivazioni, - spiega Ciatti - Bissoultanov farà ricorso in Cassazione. Anche in Spagna stiamo aspettando il terzo grado di giudizio: aspettiamo che arrivi entro l'anno". 

Nel frattempo il ceceno è in libertà: "La colpa è anche dell'Italia: la Corte d'Assise ha fatto un errore irrimediabile. Lo hanno ammesso, ma gli ha consentito di fuggire quando era stato catturato. Purtroppo questo ha pregiudicato tutto: adesso questa persona si sta facendo la sua vita. E' veramente assurdo".

"In ogni caso - ribadisce Luigi Ciatti - ci auguriamo che una volta che le condanne siano definitive ci si attivi per andare a prenderlo. Queste condanne sono niente in confronto a ciò che hanno fatto a Niccolò, ma non si può immaginare che persone che hanno commesso un reato simile non paghino in alcun modo".

I processi

Niccolò Ciatti fu colpito "quando era del tutto indifeso e inoffensivo, ancora stordito per il pugno ricevuto". Un pestaggio vero e proprio, "in violazione di ogni più elementare regola di combattimento che fin da epoca antica proibisce di colpire l'avversario a terra". 

E' stata la stessa sentenza di primo grado del tribunale di Roma a stabilirlo, che ha condannato Bissoultanov a 23 anni di carcere (pena confermata anche in appello). Eppure Bissoultanov viene definito un "esperto di arti marziali".

Bissoultanov venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi dopo 3 anni e 10 mesi rimesso in libertà. Dopo essere stato scarcerato lasciò Girona e venne in seguito arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e in seguito estradato in Italia.

In primo grado in Spagna, invece, è stato assolto uno dei tre ceceni, Movsar Magomadov, che stando all'accusa aveva preso parte attiva al pestaggio. Bissoultanov venne arrestato in Germania, su mandato di cattura internazionale, ed estradato in Italia.

Nel dicembre del 2021 la Corte d'assise di Roma lo ha però scarcerato e Bissoultanov fuggì. Tornato in Spagna, la scorsa estate, dopo la condanna a 15 anni, confermata anche in appello, ha fatto perdere le sue tracce. Nel frattempo la Cassazione aveva annullato l'ordinanza di scarcerazione che aveva emesso la Corte d'assise di Roma. Ma ormai la frittata era fatta.

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