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Cronaca

Locali e negozi di Firenze con l'aria condizionata a porte chiuse o scatta la multa

L'ordinanza di Palazzo Vecchio sulla scorta di quella di Parigi

Firenze come Parigi. L'amministrazione comunale impone porte chiuse agli uffici e agli esercizi pubblici con aria condizionata in funzione. E' l'ordinanza annunciata dall'assessore comunale all'ambiente e alla transizione ecologica, Andrea Giorgio.

L'ordinanza resterà in vigore dal primo agosto fino al primo settembre ed è ispirata all'analogo provvedimento voluto dalla sindaca di Parigi, Anne Hidalgo. 

"Con questa ordinanza innovativa - spiega l'assessore Giorgio- abbiamo deciso col sindaco Nardella di porre Firenze all'avanguardia come le grandi capitali europee. Firenze come Parigi chiede agli uffici pubblici, a negozi ed esercizi di somministrazione di chiudere le porte quando è accesa l'aria condizionata. È una regola che usiamo nella vita quotidiana quando accendiamo il climatizzatore in auto o a casa, deve valere a maggior ragione in uno spazio pubblico".

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Nei confronti dei trasgressori scatterà una sanzione fra i 25 e i 500 euro, anche se in questa fase la priorità dell'amministrazione è soprattutto sensibilizzare i cittadini, e a questo scopo verrà impegnata la stessa polizia municipale.

L'amministrazione con la vetrofania 'porte chiuso allo spreco: questo locale aiuta l'ambiente' intende rendere protagonisti gli stessi esercizi commerciali nella campagna di informazione del Comune per la diffusione delle buone pratiche sul risparmio energetico ed idrico. Al tempo stesso l'obbligo generalizzato di porte chiuse riconosce alcune eccezioni per il carico e lo scarico, l'entrata e l'uscita, situazioni di eccessivo affollamento, necessità di ricambio dell'aria. Ma non solo. Vengono esentati i locali con spazi di pertinenza all'esterno, vale a dire con i tavolini, quelli che si affacciano nelle gallerie commerciali o gli esercizi provvisti di sistemi di schermatura dell'aria.

Al termine della sua vigenza, il 2 settembre l'assessore convocherà il tavolo con le associazioni di categoria "per arrivare - spiega - a una regolamentazione che non sia soltanto legata a un atto temporaneo e urgente, ma che preveda regole stabili da applicare sia di inverno che d'estate".

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