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Cronaca

Vita dura per le mafie: ecco il protocollo sugli appalti

Firmato in Prefettura l'accordo fra 42 sindaci della provincia di Firenze. Controlli più rigidi, anche sui contratti degli immobili comunali

Moltiplicare i controlli antimafia sugli appalti pubblici estendendoli anche ai contratti degli immobili di proprietà comunale. E' questo il succo del protocollo firmato stamani a palazzo Medici Riccardi dal prefetto Luigi Varratta e da tutti i 42 sindaci della provincia di Firenze, alla presenza del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. L'obiettivo è quello di salvaguardare i contratti pubblici dai tentativi di infiltrazione delle criminalità organizzate. Una firma che arriva proprio nel giorno in cui il tornado dell'inchiesta sulle grandi opere sta sconvolgendo il mondo politico e istituzionale.
 
“La Toscana – ha sottolineato Varratta - è riuscita ad evitare il radicamento nel proprio territorio delle mafie, ma come regione ricca è comunque esposta agli appetiti economici delle criminalità organizzate. Dobbiamo fare ogni sforzo possibile – ha proseguito il prefetto – per evitare che riescano a penetrare nel nostro tessuto produttivo e sociale”. Da qui la necessità di rafforzare la prevenzione con un protocollo che è anche in linea con le più recenti disposizioni in materia antimafia e di lotta alla corruzione e che prevede una stabile collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). “Non un semplice adempimento burocratico – ha dichiarato a questo proposito il sindaco Dario Nardella - ma un’occasione rilevante ed utile per una collaborazione sempre più efficace tra sindaci e Prefettura mirata al contrasto della criminalità organizzata e della corruzione in generale” .
 
Gli immobili di proprietà dei comuni, dunque, diventeranno dei sorvegliati speciali: il protocollo fiorentino è tra i primi in Italia a introdurre questo tipo di verifiche a tutto campo, assecondando un’istanza fortemente sentita dal territorio. Da ora in poi prima di vendere, concedere o affittare un immobile di proprietà comunale sarà necessario che siano svolti i controlli antimafia su acquirenti e locatari. Per aumentare i controlli da parte della prefettura, inoltre, vengono abbassate molto, rispetto alla normativa nazionale, le soglie degli accertamenti antimafia: per gli appalti di lavori pubblici il limite scende a 1 milione di euro dai 5 milioni previsti dalla legge; per la prestazione di servizi e forniture pubbliche passa a 150mila euro da 200mila; per i subappalti e/o subcontratti resta a 150mila euro, ma il protocollo impone di acquisire le informazioni antimafia, invece della semplice comunicazione antimafia, in modo da rendere più incisive le verifiche. 

Se queste norme non verrano rispettate il contratto non potrà essere sottoscritto o sarà risolto con una penale a carico dell’impresa; analogo meccanismo scatterà in caso di fenomeni di corruzione. In alternativa alla risoluzione del contratto, prefetto e Anac potranno disporre la sostituzione degli amministratori o commissariare l’azienda. “La sottoscrizione di oggi – ha commentato il sottosegretario Domenico Manzione - è un impegno a fare che rappresenta la migliore risposta dell’intera collettività. Questo muro contro le mafie che viene eretto dal basso rende il senso dell’impegno che tutti dobbiamo avere nella lotta senza quartiere alla corruzione: ciascuno deve fare il proprio, a cominciare dal governo per finire ai singoli cittadini, passando per enti locali e imprenditori”.

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