rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Kata è in Perù, ci penso io": le parole del nonno della bambina scomparsa da oltre due mesi

Una intercettazione telefonica apre una seconda pista nelle indagini sulla piccola, sparita il 10 giugno scorso

"È già qui in Perù, ci penso io". E poi ancora: "Sta bene, l’hanno rapita per errore". Sono queste le parole che il nonno di Kata, 5 anni, scomparsa dall'ex hotel Astor ormai oltre due mesi fa, lo scorso 10 giugno, avrebbe detto al padre della piccola, durante una conversazione telefonica pochi giorni dopo la sparizione.

L'intercettazione risale quindi a qualche settimana fa e sarebbe già stata nota agli inquirenti, ma adesso riemerge e apre la possibilità che la bimba sia stata rapita e portata nel Paese d'origine dei suoi genitori. Prende più consistenza dunque ora anche questo filone di indagine.

A tornare su questo punto è stata ieri La Repubblica Firenze. Come ricostruisce il quotidiano il nonno della bambina, detenuto in Perù, avrebbe contattato il figlio e padre di Kata, Miguel Angel Romero Chicclo, 26 anni, nei giorni successivi alla scomparsa, giorni nei quali lo stesso Miguel si trovava in carcere, a Sollicciano.

La telefonata è stata intercettata e gli inquirenti ne avrebbero discusso con il padre della piccola. Non è chiaro quanto attendibile sia la dichiarazione del nonno, fatto sta che gli inquirenti avrebbero preso contatti con la polizia peruviana e sequestrato i cellulari dei genitori e di altri cinque membri della famiglia di Kata.

La pista che porta in Perù si aggiunge a quella di una possibile ritorsione nei confronti dello zio di Kata, arrestato nei giorni scorsi assieme ad altre tre persone per il suo ruolo nel racket degli affitti nell'ex hotel Astor. Ad oltre due mesi dalla sparizione non c'è ad ogni modo purtroppo ancora nessuna notizia della bambina.

I genitori: "Aiutateci, non può essere sparita nel nulla" / VIDEO

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Kata è in Perù, ci penso io": le parole del nonno della bambina scomparsa da oltre due mesi

FirenzeToday è in caricamento