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Cronaca

Viola, la giornalista che gira l'Europa per salvare vite: "Ma ora faccio la maestra"

Da cronista ha conosciuto un'associazione che dà speranza ai malati di leucemia. Ed ha deciso di fare la volontaria

"Ehi, ciao. Sono in Polonia, aspetta che mi metto il cappello altrimenti mi gelo". Dall'altra parte del telefono c'è Viola Centi. Giornalista sul campo per tanti anni sulla piazza fiorentina e toscana. "Ma ora faccio la maestra: - spiega - ho avuto la possibilità di rimanere nel campo ma ho scelto di cambiare. Oggi insegno l'italiano agli stranieri. Così ho recuperato la mia vita e almeno ho uno stipendio certo".

E' la storia dei tanti che inseguono un mestiere tanto affascinante quanto precario. Precario come molti, forse anche di più. E' difficile, oggi, ottenere un contratto. Ancor di più lo è avere uno stipendio adeguato. Non in tanti, però, hanno scelto la strada di Viola nell'impegno così dirompente con il mondo del volontariato.

"Quando scrivevo per il Corriere Fiorentino, - racconta - grazie ad un collega entrai in contatto con un'associazione internazionale, il 'Nucleo operativo Protezione civile logistica trapianti'. Per anni ho scritto di loro: i volontari, più di cento sparsi in tutto il mondo, la maggior parte toscani, trasportano midollo osseo e cellule staminali per malati di leucemia. Dal luogo dove proviene la donazione a quello in cui viene destinata. Con oltre 700 missioni all'anno".

Insomma una cosa seria. Serissima, da cui dipende la vita delle persone. "Ad una cena incontrai il Presidente, Massimo Pieraccini. - sottolinea Viola - E ho deciso di iniziare a dare in prima persona il mio contributo, devo a lui l'inizio di questa bellissima esperienza".

Dal Bangladesh all'Arabia Saudita, dall'America al Giappone, passando per la Cina. Anni a raccontare le storie di missioni salvavita in tutto il mondo. Ma a un certo punto ha deciso di entrare a far parte fattivamente di questa catena di solidarietà.

"Trasportiamo materiale prezioso - ribadisce - e anche le compagnie aeree su cui voliamo conoscono le esigenze. Il frigo con i materiali deve sempre stare con noi, anche durante un volo". Aerei, treni, autobus, taxi: si gira come trottole. "Le mie missioni per adesso, dal 2018 che sono impegnata, sono state tutte europee. E una volta ho preso ben 14 mezzi di trasporto".

Dal quartier generale, in zona Statuto, controllano che tutto vada liscio: "Non siamo soli, l'associazione ci segue dalla partenza al rientro, 24 ore su 24 con il gps. Sanno ora per ora dove siamo e se qualcosa non quadra si mettono in allerta. Questo ci consente di viaggiare tranquilli", dice Viola.

Una routine che l'emergenza Covid ha messo in seria discussione: "La pandemia ha rallentato anche questa corsa alla solidarietà: le procedure di arrivo e partenza erano diventate farraginose e questo ha creato non pochi intoppi. - sottolinea - Ma per la gente malata di leucemia il midollo è più importante di tutto, anche del Covid". "Per fortuna adesso siamo ripartiti alla grande, e a livello di donazione le cose vanno anche meglio di prima", aggiunge.

La soddisfazione più bella, naturalmente, è quella di regalare la vita alle persone: "Normalmente noi non conosciamo le persone a cui è destinato il midollo, agiamo nel completo rispetto della privacy. Nelle missioni siamo spinti dall'idea di dare speranza, a volte troviamo i medici alle 3 di notte davanti all'ospedale ad aspettare la consegna e questo ci dà la misura dell'importanza del gesto. A volte capita che le persone aiutate o i loro familiari si palesino ed ovviamente non smettono mai di dirci grazie".

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