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Cronaca

La vera storia del "giglio alabardato", il logo dei Pontello rispolverato dalla Fiorentina

Introdotto nel 1981, fu spazzato via dalla contestazione per la cessione di Roberto Baggio. Il caso delle bandiere "col buco"

Sulle maglie della Fiorentina torna il giglio alabardato. Una notizia che fa discutere i tifosi. Ma cos'è questo logo? Chi lo introdusse per la prima volta? E perché fu accantonato? Ecco la storia del nuovo (ma vecchio) logo viola.

Quando la Fiorentina fu fondata, nel 1926, sulla maglia viola fu impresso semplicemente il giglio, simbolo di Firenze. Negli anni quel simbolo subì varie stilizzazioni, fino a che la società non fu acquistata nel 1980 dai Pontello, famiglia di costruttori fiorentini. L'anno successivo la proprietà decise di apportare alcune modifiche: la maglia assunse un colore viola più lucido, l'inno suonato allo stadio diventò "Alè Fiorentina", ma soprattutto il giglio fu stilizzato. Un fatto che, allora come oggi, fece molto discutere.

Si tratta proprio del simbolo "ripescato" dalla famiglia Commisso e tornato così sulle maglie per la stagione 2021/2022. Nel 1981/82, prima stagione con il nuovo giglio alabardato, una Fiorentina ricca di campioni (acquistò Graziani, Pecci e Massaro che si aggiunsero ad Antognoni, Galli e Bertoni che già ne facevano parte) sfiorò lo scudetto, soffiato all'ultima giornata dalla Juventus, rivale di sempre. Fu da lì che i fiorentini coniarono lo slogan "Meglio secondi che ladri".

Nella seconda metà degli anni '80 l'impegno Pontello si indebolì lentamente, fino a portare i tifosi ad una dura contestazione che culminò con gli scontri avvenuti a Firenze per la cessione di Roberto Baggio alla Juventus. L'operazione fu annunciata il 17 maggio 1990, proprio all'indomani della finale di coppa Uefa persa dalla Fiorentina ancora una volta contro i bianconeri. 

I fiorentini non perdoneranno mai quella cessione ai Pontello, che da lì a un mese cedettero la società all'imprenditore cinematografico Mario Cecchi Gori. Nelle settimane successive i tifosi della Fiorentina vissero come una liberazione l'uscita di scena dei Pontello: da quel momento a Firenze sventolavano bandiere viola con un buco al centro, dove precedentemente figurava proprio il giglio alabardato, indentificato come il simbolo dei Pontello ed eliminato dai tifosi. Una pratica che scimmiottava in qualche modo quanto avvenuto l'anno precedente in Romania (con le dovute ed evidenti differenze), dove una massiccia protesta di piazza portò alla fine del dittatore Nicolae Ceaușescu: al centro della bandiera fu tagliato proprio il simbolo del regime.

Da quel momento in poi il logo alabardato della Fiorentina fu accantonato e mai riutilizzato, mentre allo stadio come inno ufficiale tornò a suonare quello di Narciso Parigi.

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