rotate-mobile
Cronaca

'Il ciclo è ancora un lusso': la Coop abbassa l'Iva sugli assorbenti femminili dopo l'aumento del governo sulla 'tampon tax'

Rilanciata la campagna per abbassare l'Iva, dopo che il governo Meloni l'ha nuovamente alzata. Firmano anche Nardella e Giani

'Il ciclo è ancora un lusso'. Riparte la campagna contro la cosiddetta 'tampon tax', per chiedere che l'Iva sugli assorbenti femminili, evidentemente di prima necessità ed imprescendibili per le donne, sia abbassata, dopo che il governo Meloni ha deciso di rialzarla, riportandola dal 5 al 10 per cento.

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI FIRENZETODAY

Alla campagna (si puà firmare su change.org), hanno già aderito oltre 700mila persone e questa mattina alla Unicoop Firenze di Gavinana hanno firmato anche il presidente della Regione Eugenio Giani, il sindaco Dario Nardella e la candidata sindaca del centrosinistra Sara Funaro. L'occasione era l'incontro fissato dalla stessa Unicoop per rilanciare l'iniziativa con la quale è stato deciso di scontare, per cinque mesi, l'Iva sui prodotti assorbenti, già in corso da gennaio e fino a maggio, in tutte le Coop fiorentine.

Il tutto, ovviamente, in vista di venerdì, 8 marzo, Giornata internazionale della donna. Dopo che, da gennaio 2024, l’Iva è stata rialzata al 10 per cento, "Unicoop Firenze e tutto il mondo Coop hanno rilanciato la petizione con lo slogan “La tassa di essere donna”; inoltre, Coop si è impegnata a neutralizzare l’aumento mantenendo l’Iva al 5 per cento sugli assorbenti a marchio Coop, dal gennaio fino a fine maggio 2024", si legge in una nota.

Oltre a Giani e Nardella stamani erano presenti Daniela Mori, Presidente del Consiglio di Sorveglianza Unicoop Firenze e, tra gli alti, Sara Funaro, assessora al welfare e candidata sindaca del centrosinistra.

Tampon tax: i numeri in Italia

In base al monitoraggio condotto da Wash United a livello globale, l’attuale regime fiscale porta l’Italia ad essere uno dei 21 Paesi a prevedere un’IVA differenziata per gli assorbenti - ma tra le più alte (in Germania è al 7%, in Francia al 5,5%, negli Stati Uniti 8,3%) - mentre in 27 Paesi (tra cui Regno Unito, Irlanda, Canada, Australia) l’acquisto di assorbenti è esente da IVA. Una tassa che riguarda una platea di quasi 13 milioni di donne in Italia (12,8 milioni quelle comprese nell’arco temporale di riferimento del periodo mestruale, dal menarca alla menopausa). Se si calcola una media di 520 cicli mestruali nella vita, questa platea di donne consumerà almeno 12.000 assorbenti. L’ultima stima ufficiale della legge di Bilancio, stimava la spesa media di una donna per i prodotti mestruali in 70 euro l’anno ma sulla base dei più recenti valori di spesa rilevati da Nielsen, l’Ufficio Studi Coop ritiene che tale valore sia di circa 40€. In virtù di questo nuovo calcolo, aggiornando la riflessione sull’impatto economico del taglio del 5%, si ridurrebbe drasticamente il costo di questo intervento in termini di mancato gettito dai 36,9 milioni di € stimati dal Governo a 19,7 milioni di €. Euro utili per chi utilizza prodotti mestruali in Italia se si osserva che tra il 2021 e il 2023, il prezzo medio dei prodotti per la cura e l’igiene personale è aumentato, mediamente, del 9,2%.

L’andamento dei prezzi ha inevitabilmente influenzato le abitudini e i comportamenti di acquisto delle donne: già nel 2022, prima dell’ulteriore accelerazione dell’inflazione, una donna su quattro aveva ridotto la quantità di prodotti per cura e igiene personale acquistati (25% contro il 21% nel periodo 2019-2021) e poco più di una su dieci (13%) si era vista costretta a ridurne la qualità. Secondo i dati omnicanale Nielsen nel corso del 2023 le vendite di assorbenti sono aumentate in valore (da 412,7 a 419 milioni di €), ma il numero di confezioni vendute è diminuito di circa mezzo milione (da 198,8 a 198,3 milioni), con un aumento medio dei prezzi per confezione del 2% su base annua. Lo scenario problematico sopra descritto diventa ancor più drammatico per la fascia di popolazione femminile che versa in condizioni economiche più disagiate. Il riferimento è alle 6,5 milioni di donne maggiorenni che in Italia sono a rischio povertà ed esclusione sociale (25,1% del totale). Una delle più alte percentuali registrate nell’UE27 - tra le grandi economie europee peggio di noi fa solo la Spagna (26,3%) - che decresce all’aumentare dell’età, arrivando al 28% tra le 18-24enni. Il numero di donne maggiorenni che in Italia versano in condizioni di povertà assoluta (quindi ancora più drammatica difficoltà economica) è altrettanto allarmante: 2,3 milioni secondo le ultime stime ufficiali (9% del totale). Per queste, l’acquisto di prodotti per la cura e l’igiene personale diventa un “lusso”, tanto da spingerle a ridurre drasticamente la spesa annua, che cala di oltre 70 punti percentuali rispetto alla media riferita al totale della popolazione femminile (da 258€ a soli 66€). Persone spinte a fare maggiori rinunce, limitando più spesso la quantità di prodotti acquistati. Una scelta che nel 2022 hanno fatto il 32% delle donne in condizioni di povertà assoluta (contro il 25% della media) con punte del 42% tra le 35-64enni.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

'Il ciclo è ancora un lusso': la Coop abbassa l'Iva sugli assorbenti femminili dopo l'aumento del governo sulla 'tampon tax'

FirenzeToday è in caricamento