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Domenica, 28 Aprile 2024
Emergenza abitativa

Casa, il nuovo Comitato dice basta alle occupazioni

Il portavoce Pasquini: “Prassi abusata e stanca, che ha perso totalmente il suo valore”

Nato poco più di un mese fa. dopo una rottura con il Movimento di lotta per la casa sul caso Astor e con l’obiettivo di raccogliere il testimone di Lorenzo Bargellini, il Comitato per il diritto all’abitare cambia rotta e dice basta alle occupazioni. L’ultima è stata quella di via Gramsci a Sesto Fiorentino, sgomberata nel giro di 24 ore che era stata definita a caldo una sconfitta. E che probabilmente ha lasciato il segno.

“Difenderò quelle poche rimaste (via Bardelli, via Bronzino e via Osservatorio), ma non ne farò delle nuove. L'occupazione, nata come metodo politico anticonformista negli anni 60-70, oggi ha perso totalmente il suo valore e il suo significato. Viene usata e abusata da tutti. Viene usata nelle scuole, dagli studenti che non hanno voglia di studiare. Viene usata dalla criminalità organizzata per meglio gestire i propri interessi", scrive il portavoce Simone Pasquini in una nota. "Anche le persone comuni, oramai la vedono come una minaccia, un qualcosa di sporco e inutile. Non ha più nessun messaggio politico e con le leggi che si fanno sempre più dure, diventa anche controproducente per gli occupanti”.  “Il Comitato - aggiunge - nasce come ponte e non come muro. Nasce per unire non per dividere”.

Pasquini, che aveva promosso tra le altre anche l’occupazione dell’ex convento delle suore stimmatine in via dei Massoni sopra Careggi, parla di “prassi abusata e stanca. Intorno all'occupazione si è costruito un reticolo di normalità e linguaggio politico che ne ha spento il senso anticonformista. Viene vista con sempre più diffidenza e inutilità da quelle masse a cui dovremmo parlare. È arrivato il momento di cambiare, non per noi, ma per tutti. Il Comitato non si pone una vita politica lunga, ma anzi, spera che il suo percorso sia più breve possibile in quanto segno del successo dell'obiettivo che si era proposto! Non ci interessano i nostalgici o le ricorrenze. Ci interessano i risultati concreti”. Da raggiungere, evidentemente, con altri mezzi e con un ritrovato dialogo con altre realtà.

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