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Cronaca

Call center, il registro delle opposizioni è un flop: "Chiamate indesiderate aumentate"

Molti segnalano il fallimento del servizio: ecco perché il sistema non ha funzionato

Sono circa 4 milioni gli utenti iscritti al registro pubblico delle opposizioni, lo strumento creato dal Ministero dello Sviluppo economico (dell'allora governo Draghi) per frenare il telemarketing e le cosiddette "chiamate moleste".

Con il nuovo servizio l'operatore deve consultare mensilmente il Registro e comunque prima di svolgere le campagne pubblicitarie tramite telefono. L'opposizione può riferirsi anche alla pubblicità cartacea, nel caso l'indirizzo sia presente negli elenchi telefonici pubblici.

Per non ricevere più chiamate indesiderate di telemarketing ci si può iscrivere gratuitamente e a tempo indeterminato con tre modalità: via telefono, email o web. Una volta registrati il servizio diventa attivo dopo 15 giorni.

Il registro è esteso a tutti i numeri telefonici nazionali, fissi e cellulari, e consente al cittadino di opporsi alle chiamate di telemarketing indesiderate. L’iscrizione annulla anche i consensi precedentemente rilasciati, tranne quelli con i gestori delle utenze e quelli che saranno autorizzati dopo l’iscrizione.

Però, a quanto pare, il servizio non ha prodotto gli effetti desiderati. Stando alle testimonianze di coloro i quali lo hanno attivato, infatti, le chiamate non si sono fermate. E anzi, in numerosi casi, sarebbero addirittura aumentate.

Lo confermano gli stessi utenti. E secondo alcune indagini realizzate da società specializzate, i miglioramenti sono stati davvero pochi.

Quali limiti e il perché dei problemi

Il Registro pubblico delle opposizioni può agire sulla condotta delle imprese legali a esso iscritte, ma nulla può fare contro le altre, che sfuggono al suo controllo.

Le chiamate indesiderate fondamentalmente derivano da sistemi di telemarketing illegale. E a operatori che utilizzano tecniche per aggirare la regolamentazione.

E le sanzioni? Il problema è la loro (mancata) applicazione, che sarebbe dovuta entrare in scena in maniera più decisa.

Eppure chi per infrange l'opposizione richiesta incorre in una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato.

In più ad oggi c'è anche un limite di diffusione: ad oggi non sono molti a conoscerlo, se si pensa che sono quasi 100 milioni le utenze telefoniche in Italia, a fronte di soli 4 milioni di iscritti.

Quindi purtroppo lo stop alle chiamate moleste rimane solo una speranza. Dovremo continuare ancora a sopportare. Almeno per ora.

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