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Cronaca

Bretella Lastra a Signa – Prato: “Nessuna corruzione” per Conti

All'ex assessore toscano alle infrastrutture è stato contestata una truffa da mille euro. Caduta l'accusa di corruzione. "Per me si chiude una vicenda molto dolorosa"

Caduta l’accusa di corruzione nei confronti dell’ex assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Conti nell’ambito dell’inchiesta sulla bretella autostradale ‘fantasma’ tra Lastra Signa e Prato. Così anche per Conti è quindi caduta l'accusa inizialmente contestata anche a Vito Gamberale, azionista e amministratore delegato del fondo F2i. La posizione di Gamberale è stata infatti archiviata mesi fa.

Al termine delle indagini, la contestazione della procura a Conti riguarda mille euro di un contributo dato nel 2012, su richiesta dell'ex assessore regionale, dalla Provincia di Firenze all'associazione culturale Viviani. Qui il reato contestato è truffa. Secondo i magistrati quei soldi non sarebbero stati utilizzati nell'organizzazione dell'evento per il quale furono stanziati. Per lo stesso reato, oltre a Conti sono indagate quattro persone.

Altre quattro persone sono invece accusate di malversazione ai danni dello Stato. Si tratta degli imprenditori Riccardo Fusi, ex patron della Btp; Massimo Pagnini, ex ad di Consorzio Etruria; Armando Vanni ex presidente del Cda di Consorzio Etruria e poi di Btp; e Paolo Cappelli ad di Coestra. Secondo l'accusa avrebbero usato per fini diversi i 29 milioni di euro stanziati dalla Regione Toscana nel 2006 per la 'bretella': quei soldi sarebbero infatti serviti a estinguere finanziamenti o debiti con i fornitori.

“Per me si chiude una vicenda molto dolorosa. – ha commentato l'ex assessore - Non ci deve essere alcun cittadino al di sopra di ogni sospetto: quando c'é da indagare è giusto indagare. Ma ora che sono stato oggetto di una lunga attività di indagine, con intercettazioni e quant'altro, visti i risultati, mi sento quasi al di sopra di ogni sospetto".

"Dopo aver analizzato 20 anni di attività da amministratore - ha aggiunto Conti - e una vita politica ben più lunga mi ritengono imputabile per una truffa da mille euro, una vicenda che sarà facile chiarire davanti al giudice: quei soldi sono serviti all'associazione Viviani per pagare un ragazzo che ha lavorato a lungo nell'organizzazione di una manifestazione. Ci sono testimoni, fatture e il bilancio dell'associazione a dimostrarlo". Conti ha ricordato di aver "sospeso" l'attività politica. Se questa chiusura indagine fosse arrivata prima, ha aggiunto, "magari mi sarei candidato alle primarie per il Parlamento".

Conti ha poi chiesto scusa all'ex assessore comunale Graziano Cioni e al procuratore Giuseppe Quattrocchi per alcune considerazioni "sgradevoli" espresse nei loro confronti ed emerse dalle intercettazioni. Su quelle è intervenuto il difensore di Conti, l'avvocato Massimiliano Annetta. "Ne chiederò la distruzione - ha annunciato - come sancito anche dalla Corte Costituzionale nella vicenda Napolitano-Mancino". In alcune, infatti, compaiono conversazioni fra indagato (Conti) e difensore (Annetta) che non potrebbero essere utilizzate nelle indagini.

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