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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Beccai e civaioli, due antichi mestieri fiorentini

Beccai e civaioli, rispettivamente i macellai e i rivenditori di legumi. Vi raccontiamo la storia di due mestieri antichissimi della bella Firenze.
Il termine “beccaio” corrisponde al francese “boucher”, ovvero “macellaio”, probabilmente legato alla parola “becco”, indicante un animale cornuto, identificato con il maschio della capra. In latino infatti la parola “beccus” ricordava una protuberanza, nella fattispecie il becco del gallo, termine che in vernacolo si riferisce ancora oggi ad un marito cornuto.

I beccai fiorentini si occupavano del commercio delle carni, acquistando il bestiame nelle campagne limitrofe. Anticamente il consumo di carne rossa era riservato solo alle classi più ricche: le cronache riportano che Piero de' Medici (1426-1469) venne addirittura soprannominato “Il gottoso” proprio a causa della sua smisurata passione per la carne rossa. 
Questi antichi macellai avevano persino una corporazione, chiamata appunto Arte de' Beccai, facente parte delle quattordici arti minori, all'interno della quale rientravano anche i pesciaioli e gli osti. In via Orsanmichele si trova ancora oggi il Palazzo dell'Arte dei Beccai, attuale sede dell'Accademia delle Arti e del Disegno, istituita nel lontano 1563 ad opera di Cosimo I de' Medici. 

La parola civaiolo, indicante ancora oggi il venditore di “civaie”, ovvero sementi e legumi per l'alimentazione umana e animale, è riconducibile al termine latino “cibarie”, neutro plurale dell'aggettivo “cibarius”, a sua volta legato al termine “cibus”, corrispondente agli alimenti di uomini, bestie e piante. 

Un mestiere storico, che resiste anche nella Firenze contemporanea. In via della Spada potete trovare uno dei civaioli più famosi della città, fondato nel 1892 e certificato come negozio storico, oppure in viale Giannotti o ancora in via Taddea, inaugurato nel secondo dopoguerra. Tre luoghi dove acquistare i legumi più disparati e rigorosamente a chilometro zero. 

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