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Cronaca

Affitti brevi, le società che gestiscono appartamenti contro i limiti di Palazzo Vecchio: "Antidemocratici, ricorso al Tar"

Non piace, ovviamente, nemmeno l'aumento della tassazione annunciata da Meloni

Guerra aperta contro Palazzo Vecchio da parte delle società che gestiscono centinaia di appartamenti destinati ad affitti brevi e brevissimi. Gli Airbnb, per intenderci, anche se le piattaforme on line dove finiscono sempre più case del centro, un tempo abitate da fiorentini o studenti, son molte più di una.

I limiti che Palazzo Vecchio ha provato a imporre, con lo stop a nuove 'trasformazioni' di appartamenti dell'area Unesco in appartamenti da destinare al mercato onnivoro degli affitti brevi, non piace proprio.

"Apartments Florence insieme a Property Managers Italia e altri 30 esponenti, tra persone fisiche e giuridiche, ha dato mandato ai propri legali di adire un ricorso al Tar contro la mossa antidemocratica del Comune di Firenze", annuncia infatti Lorenzo Fagnoni, ceo di Apartments Florence e presidente dell'associazione Property Managers Italia, società che gestiscono innumerevoli appartamenti.

Non piace, ovviamente, nemmeno l'annuncio del governo dell'aumento della tassazione, con la cedolare secca che potrebbe passare, dal secondo appartamente affittato (escludendo quindi il primo) dal 21 al 26 per cento. Un modo per colpire la rendita, a Firenze ben conosciuta. "La manovra del governo, per quanto spiacevole", prosegue Fagnoni, in quello che definisce un "enorme aumento della tassazione", è "una decisione legittima che farà capire ancora di più quanto gettito l’industria della locazione breve porti nelle casse dello Stato, oltre che degli stessi Comuni".

"Sono contento del Codice Identificativo Nazionale: va a rimpiazzare quello regionale che in qualche modo comportava disparità di comunicazione di procedura da una regione all’altra. Questo permetterà di identificare i proprietari e i gestori di case, di controllarli e di migliorare la regolarità dell’industria degli affitti brevi", aggiunge Fagnoni.

"Resta da dire però - lamenta ancora il presidente di Property Managers Italia -, che l'aumento della cedolare secca per i proprietari di due, tre o quattro immobili è eccessivo, cinque punti su ventuno (cioè appunto dal 21 al 26 per cento) sono un aumento del 24 per cento. Un proprietario di cinque immobili che si affida ad un’agenzia non mette in moto risorse umane e strumentali per il raggiungimento di un profitto, che è la definizione di impresa del codice civile. L’impresa infatti viene fatta dalla società di gestione: pensare che il proprietario di quattro immobili, in cui parzialmente nell’anno si fanno anche affitti brevi, debba prendere partita Iva per locare proprio immobile è un’assurdità". Nel frattempo a Firenze, come raccontano molte testimonianze, anche lavorando permettersi una semplice stanza in cui vivere per molti è diventato impossibile: il mercato è 'drogato' dagli affitti brevi e i prezzi sono sempre più inaccessibili.

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