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Cronaca

Accuse, denunce, veleni: s'infiamma il "caso Pinchiorri"

Il re dei sommelier indagato per stalking: "Stanco e amareggiato". Il suo legale: "Aveva una relazione sentimentale con la madre dell'ex dipendente"

“Sono stanco e amareggiato per la piega che ha preso questa storia. Ne ho passate tante: il terribile incidente subito a 20 anni, la morte di mia madre e l’incendio che nel novembre 1992 avvolse la cantina dell’Enoteca con le bottiglie di Armagnac. Supererò anche questo. Sono convinto che la mia famiglia mi aiuterà a superare questo momento”. Così il re dei sommelier Giorgio Pinchiorri, 75 anni, titolare dell'enoteca da tre stelle Michelin in via Ghibellina, commenta al Corriere la vicenda giudiziaria che lo vede protagonista: accusato di stalking da un'ex dipendente moldava di poco più di 30 anni.

L'inchiesta del pm Giovanni Solinas in cui è coinvolto Pinchiorri era rimasta “sottotraccia” per quasi un anno. Aperta nel novembre 2018 a seguito di una querela di parte della presunta vittima, è stata chiusa di recente ma è letteralmente “esplosa” pochi giorni fa, quando pare che il sommelier – nonostante sia a rischio processo - abbia cercato e aspettato per l'ennesima volta l'ex dipendente fuori dal ristorante dove lei ora lavora, in Oltrarno, a due passi da Ponte Vecchio.

Non appena ha incrociato la ragazza mano nella mano con il fidanzato, Pinchiorri l’avrebbe avvicinata per dichiararle il suo amore. “Facciamo pace” le sue prime parole. La giovane si è spaventata e ha chiamato i carabinieri. All’arrivo della gazzella era ancora lì ed è stato identificato, pare, dopo qualche protesta. Non è peraltro escluso che anche su questo episodio la procura apra un nuovo fascicolo. Nel frattempo è partita l'ennesima denuncia per stalking ne suoi confronti.

L’accusa per cui Pinchiorri potrebbe presto finire a processo è grave: per oltre 4 anni avrebbe molestato l'ex dipendente con regali, sms, pedinamenti e appostamenti. Quelle che all’inizio sembravano attenzioni di un amico di famiglia, col tempo si sarebbero trasformate in un corteggiamento ossessivo. Lui avrebbe continuato a tempestarla di inviti a cena, telefonate e lettere, in barba anche alle diverse denunce e alla diffida del questore di Firenze di avvicinarsi alla donna, scattata nel maggio 2018.

“Lavorare all’enoteca Pinchiorri, tre stelle Michelin, era il sogno della mia vita e quando sono stata assunta credevo di aver raggiunto il cielo. Ma è bastato poco perché quel sogno diventasse un incubo - ha raccontato la donna, rappresentata dall'avvocato Federico Scavetta  - Giorgio Pinchiorri non mi ha lasciata un giorno in pace. Ha fatto terra bruciata attorno a me. Ancora oggi non sono più libera di uscire da sola, di stare con i miei amici, di pensare a farmi una famiglia. Vivo nel terrore di vederlo apparire in ogni momento. La mia vita è cambiata”.

Spiega il legale della donna: lo scorso giovedì notte Pinchiorri “era lì per tormentarla ancora, la mia cliente era insieme al fidanzato, ma questo non è servito a niente. Sono dovuti intervenire i carabinieri. Avrebbero dovuto arrestarlo, così prevede il codice, ma giovedì notte in procura non si trovava il fascicolo che lo riguardava. Però il fatto resta gravissimo”.

Eppure Pinchiorri continua a proclamarsi innocente e a giurare che per l'ex dipendente provava un semplice affetto. E una frase del suo legale, l'avvocato Maria Cristina Paoli, riportata sempre dal Corriere, apre uno scenario alternativo, anticipando con ogni probabilità il “tema” intorno al quale ruoterà la battaglia ormai prossima tra accusa e difesa: “Pinchiorri era amico della famiglia – sostiene infatti l'avvocato Paoli - e aveva una relazione sentimentale con la madre della sommelier che è durata fino allo scorso anno. Il mio cliente è una persona molto generosa, come oggi non se ne vedono più”.

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