Santa Maria del Fiore: "La Divina Commedia illumina Firenze"
A cura di Rosanna Bari
Nel settecentenario della morte di Dante, continuando il nostro dialogo sulla figura del Sommo Poeta iniziato il 13 di Gennaio, entriamo nel Duomo di Firenze, costruito nel 1296 per volere del popolo fiorentino. Nella navata sinistra, oltrepassati gli affreschi quattrocenteschi dei due importanti condottieri dell'esercito fiorentino: Giovanni Acuto e Niccolò da Tolentino, troviamo il prezioso dipinto di Domenico di Michelino.
Il monumento pittorico di Santa Maria del Fiore, La Divina Commedia illumina Firenze, è l'opera più conosciuta dell'artista, fu dipinta nel 1465 e risulta essere la più rappresentativa della figura di Dante e del suo capolavoro letterario.
Con molta probabilità il ritratto gli fu commissionato in occasione del secondo centenario della nascita del poeta, e grazie al fatto di essere stato arricchito da altre scene celebrative, i tre mondi ultraterreni descritti nel poema e una veduta di Firenze, il compenso fu molto più alto di quello pattuito.
Nel dipinto Dante è al centro, in piedi e con il capo cinto d'alloro, nella mano sinistra tiene il libro della Divina Commedia rivolto verso la città di Firenze che da esso viene illuminata. Oltre le poderose mura che circondano la città, si scorge la cattedrale con la gigantesca cupola di Brunelleschi, a cui fanno da sfondo le altre principali torri del centro cittadino.
Con la mano destra, invece, Dante indica la scena laterale dove, attraverso una porta medievale, si entra nell'Inferno, l'oscuro regno dei dannati, accolti da orribili figure demoniache. Alle sue spalle la montagna del Purgatorio, sulla cui cima è ben visibile il Paradiso terrestre e le figure nude di Adamo ed Eva. La lunga strada che, inerpicandosi porta al Paradiso, è percorsa dalla fila di coloro che, morti in uno stato di grazia imperfetta, una
volta espiate le colpe, possono finalmente ambire di arrivare al cospetto di Dio. Fanno da chiusura nella parte alta del dipinto, le fasce curve che stanno ad indicare i Cieli del Paradiso.
A cura di Antonio Natali, fino al 31 Dicembre un'installazione consentirà la lettura ravvicinata dell'opera. Trovarsi vis-à-vis col dipinto, permetterà di avere una visione più dettagliata che aiuterà a capire meglio il significato della Commedia di Dante, nell'interpretazione di Domenico di Michelino, che ha così contribuito a rafforzarne l'immagine e a renderlo sempre più immortale.