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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Chi sono Nata ad Augusta, in Sicilia, da quasi 20 anni vivo a Firenze, culla del Rinascimento. Ho sempre lavorato nel campo dei Beni Culturali, occupandomi di Catalogazione di Beni Archeologici presso la Soprintendenza di Siracusa e Palermo, e di Beni Storico-Artistici a Firenze. Infine, per curare un altro aspetto del mio lavoro, quello della divulgazione, mi sono qualificata come Guida turistica, per poter così trasmettere, a chi mi ascolta, la mia grande passione per l'Arte. Inoltre collaboro con riviste di settore. Contatti cell. 339-1667051 e-mail: rosannabariguida@gmail.com

Arte: i tesori di Firenze Centro Storico / Piazza Ognissanti

Chiesa di Ognissanti: il miracolo del Crocifisso di Giotto

A cura di Rosanna Bari

La chiesa di S. Salvatore in Ognissanti, domina l'omonima piazza che si affaccia sulla riva destra dell'Arno. Fu realizzata nel 1251 dai frati Umiliati giunti a Firenze nel 1231. L'attuale chiesa invece, è dovuta all'opera dei frati Francescani dell'Osservanza che, nel XVI secolo, si erano trasferiti in città dal convento della chiesa di S. Salvatore al Monte.

All'interno della chiesa, nella penombra della navata, avvicinandosi all'altare, si resta colpiti dalla luce che proviene dalla cappella a sinistra, dove un bellissimo Crocifisso di recente restauro sprigiona, nella sua luce rinnovata, un'aura di spiritualità.

Realizzato intorno al 1315 da Giotto, il più importante degli allievi di Cimabue, risulta mancante della parte inferiore, dove vi sarebbe stato raffigurato il monte Golgota col  teschio, simbolo della tomba di Adamo.
L'iconografia di Cristo è quella del Cristo patiens, sofferente, umanizzato, le cui ginocchia lentamente si piegano man mano che il corpo, sempre più pesante, tende a cadere, mentre un fiotto di vivido sangue fuoriesce dalla profonda ferita al costato. Questo nuovo modo di raffigurare Cristo, aveva sostituito quello precedente del Cristo triumphans, cioè vivo e trionfante sulla morte.

Il Crocifisso è dipinto su tavola a tempera e oro, con l'intenso utilizzo del blu oltremare nei bracci della croce che culminano, in alto, in formelle polilobate.
Ai lati di Cristo i due dolenti: la Madonna a sinistra e San Giovanni Evangelista a destra e, in alto, la figura del Redentore benedicente. Il restauro, condotto dal laboratorio dell'Opificio delle Pietre Dure e terminato nel 2010, ha
ridato vivacità alla policromia e, con la nuova leggibilità, ha confermato la discussa paternità a Giotto.

Il Crocifisso, sotto la luce della nuova illuminazione studiata per esaltarne il valore, brillando nei suoi vividi colori, trasforma ogni minimo dettaglio da un "segreto nascosto" a un "particolare svelato", scoperto e riportato all'attenzione dei fedeli in ammirazione, come in un incanto mistico. Di tanto in tanto ritorno in Ognissanti, per rinnovare l'indimenticabile "miracolo di luce".

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