Scritto da Diego Crociani e Caterina Marrone e pubblicato in italiano e in inglese, il saggio Il segreto della scrittura nell'Annunciazione di Leonardo da Vinci, Mauro Pagliai Editore 2020, è un'interessante indagine su un particolare del celebre dipinto esposto agli Uffizi, conservato fino al 1867 nella sagrestia della chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto, anno in cui fu acquisito dal museo.

Nell'opera, realizzata intorno al 1472, l'artista ambienta l'evento dell'annuncio nel giardino di un palazzo rinascimentale, costellato di fiori e circondato da alberi, dove la Vergine, seduta e assorta nella lettura di un testo sacro, viene interrotta dall'improvvisa apparizione dell'angelo. Il suo braccio destro, per l'eccessiva lunghezza e la singolare posizione del dito mignolo, teso ad indicare la tredicesima riga della pagina, rappresenta per l'osservatore un inedito simbolismo numerico, a cui i due autori hanno cercato di dare una più chiara interpretazione, ipotizzando anche, per le molte innovazioni presenti, una datazione più
tarda del dipinto, riferibile ad una maggiore maturità dell'artista.

Oggetto dell'analisi del saggio è la forma delle lettere utilizzate per la stesura del libro, otticamente deformate ed identificabili solo da un punto di vista obbligato, dipinte secondo l'antica e segreta tecnica dell'anamorfosi, solo da pochi conosciuta ed usata. L'indagine è indirizzata, quindi, all'interpretazione del codice sacro, ben visibile sulla pagina aperta del libro posto sul leggio e protetto da un velo, simbolico riferimento alla futura passione di Cristo.

Interessato a trovare il significato nascosto del codice, lo storico dell'arte fiorentino Diego Crociani, studioso di simbolismo nell'arte rinascimentale, ha condotto questa particolare ricerca assieme a Caterina Marrone, professore senior di Filosofia del linguaggio e di Semiotica all'Università Sapienza di Roma e studiosa del testo letterario e figurativo. 

Dopo un approfondito studio iconografico del tema dell'Annunciazione e del simbolismo a cui Leonardo fa ricorso nella sua opera, i due autori alla fine riescono a far emergere significati vicini alla tradizione ebraica e alla filosofia neoplatonica, celati all'interno del dipinto, svelando e restituendo al lettore quei significati chiari che lo condurranno alla totale comprensione del capolavoro di un artista senza tempo.