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Il rapporto con i tifosi, le battaglie politiche, gli occhi di Commisso: chi era Joe Barone

Il dirigente della Fiorentina è scomparso all'età di 57 anni

Quando si parlava di Fiorentina, nel 90% dei casi il nome di Joe Barone era sempre presente. Perché che piaccia o meno, il dirigente italo americano rappresentava il club viola più di chiunque altro, forse più dello stesso Commisso. “In questi anni lui mi ha dato una grossa mano ed è giusto dargli un meritato riconoscimento, quindi da oggi sarà il nuovo direttore generale della Fiorentina ed entrerà nel consiglio di amministrazione" disse il presidente quando acquisì il club gigliato nel 2019. E così è stato, perché Joe Barone era un vero e proprio braccio destro per Rocco Commisso, e probabilmente qualcosa di più. 

Nato a Pozzallo, in Sicilia, il 20 marzo del 1966, all'età di 8 anni si trasferisce con la famiglia a Brooklyn. È in America che Barone forgerà il suo carattere e svilupperà le sue capacità finanziarie. Dopo aver terminato gli studi, lavora in un istituto bancario. La vita di Barone cambia, come spesso accade, per un incontro, quello con Rocco Commisso, che lo inserisce nella sua società di telecomunicazioni, la Mediacom. Nel 2017 diventa vice-presidente dei New York Cosmos, in seguito alla loro acquisizione da parte di Commisso. Nel 2019 poi la nuova vita in Italia, precisamente a Firenze, per gestire la quotidianità del club quando Rocco è a New York. Testimonianza che tra i due non c'era solo un grande rapporto di lavoro, ma anche di amicizia e fiducia assoluta. Era Barone infatti a rappresentare il club nei consigli di Lega, era sempre lui a occuparsi in prima persona del mercato ma pure dei progetti del Viola Park e della vicenda stadio.

Carattere forte e spigoloso, peculiarità che in un mondo del calcio sempre più complesso servono per non farsi schiacciare e far sentire la propria voce. E forse mai come con Barone la Fiorentina è tornata ad avere i riflettori accesi su di sé. A partire dalle questioni politiche, con le battaglie al sistema dei procuratori, fino a quelle finanziare per contrastare con parole e fatti i club che giocano regolarmente nonostante i numerosi debiti a loro carico. Ma è soprattutto con i tifosi e con la stampa dove Barone ha mostrato la vera esplosività del suo carattere. Come dimenticare i vari incontri con la tifoseria in città o allo stadio prima di una partita, come se fosse sempre stato uno del popolo. Ma anche le videochiamate dove faceva da tramite con Rocco Commisso. “Ti passo Rocco”, diceva spesso a chi incontrava per strada. Scene di un calcio di altri tempi.

Quello con i tifosi è stato sempre un rapporto tra amore ed odio, ovviamente in senso sportivo. Proprio nell'ultimo mercato, con il famoso “frigo pieno” ha scatenato l'ira e l'ironia dei fiorentini. Ma è anche sotto la sua gestione che sono arrivate alcune delle operazioni più importanti nella storia del club, come l'acquisto di Nico Gonzalez dallo Stoccarda, il più caro di sempre, dopo il putiferio Gattuso, così come la cessione record legata a Dusan Vlahovic per 80 milioni alla Juventus. Comunque la si pensi, Joe Barone è stato un personaggio che ha scritto, in questi pochi anni, la storia della Fiorentina. Perché probabilmente è anche grazie alla sua tenacia e ai suoi modi duri e sinceri, che tra qualche anno a Firenze ci sarà un nuovo stadio. E' grazie al suo saper instaurare rapporti e alla sua determinazione che la Fiorentina ha finalmente un proprio centro sportivo all'avanguardia. Eredità che Joe ha lasciato a Firenze, e che Firenze ricorderà per sempre, con la speranza che già al termine di questa stagione, ci sia la possibilità di dedicargli un trofeo. 

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