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La salita dei Moccoli: dove si trova e perché si chiama così

Più teorie sul motivo che hanno portato questo tratto di strada ad avere un nome così particolare

La parlata fiorentina è ricca di modi di dire particolari e espressioni uniche. Una di queste, che ogni giorno sentiamo dire, riguarda il verbo "moccolare". Moccolare a Firenze significa imprecare. Deriva dal latino mucus, che significa ‘muco’: accezione ben presente nel sostantivo moccolo, che rievoca l’immagine di una goccia che scende, colando. A questo, per similitudine, si associa il mozzicone di una candela che, sciogliendosi, cola formando appunto il moccolo. Secondo la tradizione popolare, in occasione di una grazia (richiesta o ricevuta) si accenda una candela al Santo protettore di turno: si omaggia quindi il Santo, con un moccolo (di candela), rivolgendogli un pensiero. Da qui il verbo moccolare.

La salita dei Moccoli: perché si chiama così

A Firenze sud, in zona Gavinana, esiste addirittura una salita, tra via Benedetto Fortini e via Paradiso, denominata “salita dei Moccoli”. E' facile quindi immaginare i motivi di tale nome. La prima ipotesi riguarda la difficoltà nel compiere la salita a piedi. Il tratto di strada presenta infatti una pendenza del 18%, ed in passato proprio qui si effettuava il mercato, dove i contadini che portavano la frutta e la verdura spesso rimanevano sfiniti sul selciato esprimendo la propria rabbia con una serie di moccoli. 

L'altra versione sul nome di questa salita è legata alla processione del Corpus Domini. Le persone che abitavano in quella via iniziavano a reperire i gusci delle chiocciole, a riempirli di olio e metterci uno stoppino. I gusci accesi venivano posizionati sopra i muri di via di Ripoli e di via del Paradiso fino su in cima alla salita e da questo ne prese il nome. 

Infine l'ultima ipotesi riguarda il grande Gino Bartali: si dice infatti che il ciclista, in allenamento, faceva questa salita non solo agevolmente, ma spesso senza mani e fu in un'occasione pubblica che Bartali disse: "Mi è più facile fare la salita de' Moccoli senza mani che parlare”. 

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