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La fontana del Porcellino: la sua storia e perché il suo naso porta fortuna

Le origini della credenza popolare

Tutti a Firenze la conoscono, ma in pochi sanno la sua storia. Stiamo parlando della statua del porcellino, che si trova alla loggia del Mercato Nuovo, a pochi passi da Palazzo Vecchio, e che è una delle mete preferite dai turisti. Il nome della fontana è fuorviante, dato che in realtà raffigura un maestoso cinghiale in bronzo. Ma perché l'usanza vuole che si strofini il naso della statua per avere fortuna?

La sua storia parte da lontano. Si trattava in origine della riproduzione in bronzo di una statua greca in marmo, portata a Firenze da Cosimo I De' Medici (a cui fu regalata da Papa Pio IV). A realizzare la copia fu Pietro Tacca, il miglior allievo del Giambologna, che per farla utilizzò la tecnica a cera persa. Commissionata nel 1612, intorno al 1620 venne presentata la riproduzione in cera. Per la presentazione dell'opera finita si dovette aspettare il 1633, quando alla guida del Granducato era salito Ferdinando II De' Medici (figlio di Cosimo II). Originariamente fu posizionata di fronte alla spezieria, poi divenuta Antica Farmacia del Cinghiale. La statua venne poi ricollocata da Ferdinando II alcuni metri più in là, all'ingresso sud del Mercato del Porcellino (su piazza del Mercato Nuovo), nel 1640. Lo stesso Tacca realizzò anche la vasca in bronzo della fontana, con la quale Ferdinando II intendeva dare alla statua anche un'utilità pratica oltre a quella estetica. Per anni venne utilizzata dai cittadini per bere o come fonte d'acqua per i mercanti locali.

La  statua del Porcellino è stata sostituita in più occasioni a causa del deterioramento del muso, sfregato sia da chi si avvicinava per bere che in tempi più recenti dai turisti. La prima versione in bronzo voluta da Cosimo II è stata collocata, dove si trova tutt'ora, all'interno del Museo Bardini. Nel corso dei secoli la Fontana del Porcellino è passata da semplice statua a fonte d'acqua, fino a divenire in tempi più recenti un vero e proprio portafortuna. Questo grazie al diffondersi della credenza che eseguire un certo rituale garantisse un pronto ritorno a Firenze e buoni auspici per il futuro. 

La tradizione popolare vuole che toccare il naso del Porcellino porti fortuna, che infatti risplende per la continua lucidatura quotidiana di centinaia di mani. La procedura completa per ottenere un buon auspicio consisterebbe nel mettere una monetina in bocca al Porcellino dopo averne strofinato il naso: se la monetina cadendo oltrepassa la grata dove cade l'acqua porterà fortuna, altrimenti no. In realtà l'inclinazione è tale che solo le monete più pesanti cadano facilmente nelle fessure. I proventi della raccolta delle monete dalla fontana sono interamente devoluti all'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.

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