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Paolo Gandola: "Una politica senza passione non e' certo buona politica"

Reportage-racconto del viaggio di Studi alla Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica conclusivo del Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Sono appena rientrato da un interessante ed apprezzabile viaggio di Studio presso la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica conclusivo del Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi" che ogni anno, al termine delle lezioni, prevede la presentazione, presso la Camera dei Deputati, da parte dei borsisti, di una Tesi svolta su di un argomento assegnato all'interno dei corsi base e che quest'anno era relativo all'istituto delle indennità parlamentari in chiave comparata con alcuni Paesi dell'Unione Europea. Pur trattandosi di una settimana piena di incontri e colloqui con cariche istituzionali di primissimo piano e dunque di un viaggio indubbiamente arricchente, confesso di essere tornato a Firenze in parte amareggiato ed in parte totalmente rafforzato nella primaria necessità di dedicarmi, al mio impegno di Consigliere Comunale a Campi Bisenzio, con rinnovata energia, dedizione e tenacia. Cercherò dunque di essere maggiormente chiaro esponendo le diverse sensazioni avvertite durante questi giorni appena trascorsi.

Varcare per cinque giorni il portone principale di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, assistere ai lavori parlamentari, effettuare tanti incontri formativi e di studio nelle aule delle Commissioni Parlamentari e pranzare nella mensa interna alle Camere è stato certamente interessante, entusiasmante e piacevole sotto tanti profili. Cionondimeno non posso tralasciare di aver avvertito, nonostante questo difficile momento politico e questa negativa congiuntura economica, un generale pressapochismo, trascuratezza ed assenza da parte di tutti coloro che attualmente siedono nei banchi parlamentari che mi ha, in verità, profondamente amareggiato ed in parte inevitabilmente spoetizzato. Quando, negli anni novanta, ogni ragazzo come me, varcava le soglie dei Palazzi romani era inevitabile che rimanesse autenticamente colpito ed allietato da ciò che aveva la possibilità e l'onore di osservare iniziando a nutrire, proprio in quegli stessi attimi, il desidero di impegnarsi per la cosa pubblica, ammirando e contemplando l'attività parlamentare. Sennonché per multiple cause che non occorre che io testé richiami, non si può oggigiorno nel 2012 non ritenere come oramai sia totalmente venuta meno quella gradevole allure che ha sempre portato a considerare l'impegno e l'attività parlamentare come la massima aspirazione di ogni persona che avesse a cuore le sorti del proprio Paese. Segnatamente, l'assiderale distanza che oggi è innegabile si sia determinata, e non solo a causa della legge elettorale, tra cittadini e Parlamentari, della quale sovente su tutti i giornali si discute, si è, mio malgrado, palesata anche durante il viaggio di studio del quale ho fatto parte.

Le assenze dei Parlamentari agli incontri in programma con tutta la classe del prestigioso Seminario Tosi nonostante la loro originaria adesione e disponibilità a partecipare e i ripetuti sterili ed ostruzionistici interventi, durante i lavori parlamentari da parte degli esponenti politici di tutti gli schieramenti, sono stati per me laconici e diretti a farmi comprendere pienamente come l'impegno parlamentare sia, per molti e certo non per tutti ma sicuramente per troppi, avvertito senza alcun trasporto emotivo, senza alcun amore verso il proprio lavoro, senza alcun orgoglio di rappresentare il proprio Paese e senza quell'impegno trascendente che invece dovrebbe animare tutti coloro che si trovino investiti di una impegno istituzionale così importante per le sorti di tutti noi e della nostra Italia.

Persuaso da sempre che gli eletti, sia locali che nazionali, di ogni schieramento debbano tenere sempre in grande considerazione ed adoperarsi efficacemente per quel bene comune che in altri termini è il bene di quel "noi-tutti", formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in una comunità sociale, e che uno Stato debba essere inteso come l'unica sede nella quale si riuniscono complessivamente molte persone essendo necessario la coabitazione di tutti gli individui e di tutti i diversi e complessivi bisogni in una casa comune alla quale è stato dato il nome di Stato, mi auguro, spassionatamente, che ben presto sia possibile il risorgimento e la restaurazione di quello spirito di sacrifico, di dedizione, diligenza, e gratuità che dovrebbe inevitabilmente animare tutti gli eletti nelle Istituzioni nazionali. Senza timore di incorrere in errore è indubbio ed innegabile che siffatto spirito menzionato, oggigiorno, non possa non animare tutti coloro che abbiano ritenuto opportuno rappresentare i cittadini nelle istituzioni locali, circoscrizionali e comunali.

Ecco dunque esposti i motivi del perché questa visita presso la Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, sebbene mi abbia in parte disilluso sul ruolo e sull'impegno dei parlamentari italiani, abbia certamente reso possibile rafforzare e rinnovare il mio impegno locale, lo spirito di servizio e la passione che, soprattutto giovani come me, sono chiamati ad avere per rappresentare adeguatamente nei gruppi di opposizione i propri cittadini.
La speranza che mi sento di riporre è dunque che tale trascendente impegno, ardore, zelo ed abnegazione possa presto spronare ed attrarre nuovamente i rappresentanti nazionali di ogni partito, persuaso che se questo non dovesse verificarsi mediante un quantunque necessario rinnovamento ed una auspicata riflessione generale, questo sarà imposto dagli elettori italiani.

 

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