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Sabato, 27 Aprile 2024
Il bilancio del 2023 / Campi Bisenzio

Allarme clima, in Toscana 44 eventi meteo estremi

Terza regione più colpita con danni miliardari e otto vittime. Legambiente: “Basta politiche territoriali irresponsabili, no all’aeroporto nella Piana”

Toscana terza in Italia per eventi meteorologici estremi: ben 44 nel 2023, davanti ci sono soltanto Lombardia ed Emilia-Romagna con 62 e 59. A livello nazionale, invece, gli eventi estremi sono stati 378, +22% rispetto ai dodici mesi precedenti, con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone, di cui otto nella nostra regione. È quanto emerge dal bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente. 

Tra i casi più rilevanti, ovviamente, le alluvioni del 2 e 3 novembre. In particolare, le province di Firenze, Prato e Pistoia hanno assistito a esondazioni dei corsi d’acqua e allagamenti diffusi, con danni stimati (a livello regionale) per oltre due miliardi di euro (stime Irpet) e ben otto vittime.

Legambiente: “Spazio alla natura, no al nuovo aeroporto”

“Abbiamo ancora gli occhi gonfi di tristezza e stupore per l’enorme tragedia che ha colpito Campi Bisenzio, Prato, Montemurlo, Agliana, Quarrata (oltre a Lamporecchio e Rosignano), ma i dati del bilancio finale di Città Clima 2023 ci dicono che questa diventerà la nostra nuova normalità; – commenta Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – per questo non sarà più possibile indugiare in politiche territoriali a dir poco irresponsabili. Nella Piana non potrà più esser collocato il progetto di nuovo aeroporto di Firenze, ma dovrà invece essere realizzata la più grande operazione di desigillatura del suolo della storia della nostra regione. Far spazio alla natura, delocalizzare ovunque possibile, riqualificare e rigenerare il patrimonio edilizio esistente e bloccare ogni nuovo tentativo di consumo di suolo vergine. Non abbiamo scelta, questa è l’unica opzione possibile se vogliamo davvero adattarci alla crisi climatica che stiamo vivendo”.

Alluvioni ed esondazioni fluviali; +170% in un anno

In aumento  nel 2023 soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022), le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). In Italia si sono verificati anche 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e tre eventi con impatti sul patrimonio storico.

A Peretola registrati 33 gradi il primo ottobre

E come se non bastasse, il 2023 diventerà con molta probabilità, anche un nuovo anno record per le temperature medie mondiali: lo scorso novembre è stato il sesto mese consecutivo a registrare temperature mai viste, come rilevato dal servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s), 14,22 gradi centigradi la media globale, superiore di 0,32°C al record precedente del novembre 2020. Anche in Italia il 2023 ha fatto registrare temperature record in diverse aree, specialmente nelle città di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia.

E non solo in estate. Ad esempio, il 1° ottobre alla stazione meteorologica di Firenze Peretola sono stati registrati 33 gradi centigradi: un valore che ha battuto il precedente record fatto registrare nell’ottobre 2011, con oltre dieci gradi di differenza rispetto alla media del periodo. A Prato, nello stesso giorno si sono registrati 32°C alla stazione meteorologica di Prato Università, che ha eguagliato il record per il mese di ottobre fatto registrare nel 1985.

Manca il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

“L’urgenza di intervenire è ormai sotto gli occhi di tutti – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - Gli effetti sempre più violenti dell’emergenza climatica, su cui anche gli scienziati dell’Ipcc si sono più volte soffermati con i loro studi, sono ormai tangibili anche nel nostro Paese, che è tra i più esposti nel continente europeo”.  Nonostante ciò l’Italia è ancora senza un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

Per Legambiente "Il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. Serve una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Pnac, da approvare senza più ulteriori ritardi, stanziando adeguate risorse economiche, una legge contro il consumo di suolo, che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, e per la rigenerazione urbana, snellendo le procedure per abbattimenti e ricostruzioni; superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni".

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