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Da «prove per una Antigone dei nostri giorni» a «Antigone»

Teatro romano di Fiesole - sabato 26 settembre 2020

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Nella splendida cornice del Teatro romano di Fiesole l’Istituto Gobetti-Volta di Bagno a Ripoli e il Liceo Machiavelli di Firenze hanno offerto a un pubblico di giovani e adulti due rappresentazioni nate dall’esperienza del teatro a scuola: Prove per una Antigone dei nostri giorni, del Laboratorio teatrale Cantiere Artemide del Gobetti-Volta, regia di Gianni Garonni, con la collaborazione di Celine Pestelli, Franco Camilli e Lorella Rotondi e Antigone, del Laboratorio teatrale classico del Liceo Machiavelli, liberamente tratta da Sofocle, riscrittura e regia di Caterina Fornaciari, Leonardo Bucciardini e Francesca Mecatti, aiuto regia Matteo Menduni. L’iniziativa, che si è svolta con il Patrocinio del Comune di Fiesole, è stata salutata con parole di grande accoglienza dalla Sindaca, Anna Ravoni, alla presenza del Dirigente scolastico del Gobetti-Volta, Simone Cavari, e della presidentessa dell’Associazione italiana di Cultura Classica di Pontedera, Laura Marconcini. Antigone è forse la tragedia più riscritta e commentata nella storia della cultura occidentale, eppure continua a illustrare in modo emblematico il conflitto fra legge morale e legge positiva, con spunti di grande attualità e con un’ambiguità irrisolta, cui fa da sfondo la vicenda di Edipo e della città di Tebe. I due spettacoli nascono come dibattito e processo a temi tanto attuali: uno è la premessa dell’altro grazie alla collaborazione fra i docenti delle due scuole, ma i due lavori sono cresciuti e maturati autonomamente nei difficili mesi della chiusura delle scuole, grazie alla serietà e alla passione degli studenti che hanno provato online fino a concludere il loro percorso in questa manifestazione. Un progetto teatrale che rappresenta un’esperienza totale per le competenze che vengono messe in gioco sulla scena (non solo formali ma anche emotive) e che riveste per alcuni anche la funzione di PCTO, grazie al contributo dell’Associazione Culturale di Promozione Sociale Toscana, rappresentata ieri dal tutor Gianni Bandinelli. Prove per una Antigone dei nostri giorni del Gobetti-Volta è un testo originale che si regge sul meccanismo del metateatro: due registe convocano un gruppo di aspiranti attori per un provino in vista della rappresentazione di Antigone. Si assiste così a un repentino mutamento, dall’atmosfera informale del backstage si passa alla mise en abyme dei personaggi: le Antigoni, giovani donne che difendono la legge naturale oltre il limite della sfida mortale, chiamate a lottare e a difendersi; i Creonti, portatori della fierezza e della pena della legge positiva, legati al figlio Emone da un amore tirannico e doloroso; le Ismeni, rappresentanti dell’angoscioso destino della casa di Edipo, e il coro dei Tebani, pronto a commentare e a partecipare allo strazio della vicenda con movimenti ipnotici e sinuosi. Le registe intervengono focalizzandosi sull’interpretazione degli attori, per guidare e sviluppare criticamente gli spunti della tragedia antica declinandola sul presente. Ed ecco che, terminate le prove, ancora con una battuta metateatrale, il testimone è passato da una delle registe allo spettacolo Antigone del Liceo Machiavelli. A essere inquadrato per primo è lo scontro fratricida fra Eteocle e Polinice, cui fa seguito la ferma volontà di Antigone di seppellire anche il corpo del fratello traditore, con scene che reduplicano le scelte della protagonista fra sogno e realtà. La peculiarità del lavoro consiste nell’aver riletto Sofocle in rapporto con opere di epoche e autori diversi, da Eschilo a Jean Anouilh, da Ghiannis Ritsos a Cesare Pavese, dando rilievo non solo alla figura della protagonista ma anche a quella di Creonte, principe senza storia che obbedisce all’imperativo della realtà, a Ismene, interprete di una visione più flessibile dei vincoli familiari ma inesorabilmente destinata alla solitudine, a Tiresia, l’indovino dai tratti ambigui che mette in crisi i valori tradizionali, a Emone, interprete con Antigone di una scena di addio di grande intensità, alle guardie, che illustrano l’indifferenza e l’egiosmo dei volenterosi carnefici. Le due rappresentazioni, seguite con emozione autentica per la bravura dei giovani attori, sono state incorniciate da un applauso sentito, con l’auspicio che l’iniziativa possa ripetersi e aprirsi al contributo di altre scuole del territorio.

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