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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

La ripresa, il ridimensionamento: l'economia toscana post Covid fotografata da Bankitalia

Bliancio in chiaroscuro dal rapporto 2022 (relativo al 2021) dell'istituto di via Nazionale. "Acuito il divario di genere nel mercato del lavoro"

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nella media del 2021 l’occupazione è rimasta pressoché stazionaria, su livelli solo lievemente al di sotto rispetto al 2019. Il graduale sblocco del divieto di licenziamento, introdotto nel 2020, non ha avuto ripercussioni di rilievo. È aumentata l’occupazione femminile, che era stata più penalizzata dall’impatto della pandemia. Sebbene la Toscana si caratterizzi per una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro rispetto al Paese, il divario regionale tra i generi è ancora elevato e si è acuito nel 2020. Il tasso di attività delle donne è infatti calato nella pandemia, anche per motivazioni legate alle cure familiari.

I redditi e i consumi delle famiglie toscane sono tornati a crescere lo scorso anno (in media del 1,9 e 6,2 per cento rispettivamente), beneficiando della ripresa economica e delle misure di sostegno pubblico. La pandemia non ha influenzato solo i flussi di reddito attuali ma, ampliando fenomeni di dispersione scolastica, potrebbe avere un impatto negativo anche sull’accumulazione di capitale umano e quindi la capacità di generare reddito in futuro. Nell’anno in corso, l’incremento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, nonché il calo di fiducia innescato dalla guerra, potrebbero frenare la ripresa dei consumi, incidendo maggiormente sui nuclei con condizioni socioeconomiche più fragili.

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La ricchezza netta delle famiglie toscane è lievemente cresciuta nel periodo pandemico. Nel decennio 2010-2020 essa ha tuttavia mostrato una flessione del 2,5 per cento, che riflette la caduta di valore della componente reale, soprattutto abitativa. Il distanziamento e l’isolamento sociale attuati nella pandemia hanno condizionato profondamente lo stile di vita e i comportamenti delle famiglie, incidendo sulla percezione dell’importanza del contesto abitativo. Le nuove richieste di abitazioni in Toscana si sono orientate, con maggiore frequenza rispetto al passato, verso alloggi più grandi, dotati di spazi esterni e situati in aree a bassa densità abitativa, riflettendo un possibile mutamento nelle preferenze prodottosi a seguito della crisi. In un contesto di condizioni di offerta favorevoli, si è registrata nel 2021 una nuova crescita dell’indebitamento delle famiglie (4,8 per cento a dicembre), sia nella componente del credito al consumo (4,2), grazie al recupero della spesa, sia in quella dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (6,8), sostenuti anche dalla forte ripresa delle contrattazioni immobiliari. Le nuove erogazioni di mutui hanno interessato soprattutto le famiglie più giovani. La partecipazione al mercato del credito degli stranieri residenti è cresciuta considerevolmente nell’ultimo decennio, favorendone l’inclusione economico-finanziaria.

I finanziamenti all’economia

Nel 2021 i prestiti all’economia toscana sono aumentati a un ritmo analogo a quello dell’anno precedente (3,0 per cento in dicembre): all’accelerazione del credito alle famiglie si è associata la decelerazione dei finanziamenti alle imprese, indotta dal progressivo minore utilizzo delle misure di sostegno. In tale contesto le politiche di offerta hanno continuato a rimanere accomodanti, con una generalizzata riduzione dei costi applicati.

La qualità del credito

In un quadro di ripresa economica, il tasso di deterioramento del credito si è mantenuto su livelli storicamente contenuti (1,3 per cento in dicembre, 1,2 lo scorso marzo) e la quota dei finanziamenti in bonis alle imprese classificate a maggior rischio (stadio 2) è lievemente calata (al 20 per cento), pur rimanendo ancora al di sopra dell’analogo dato nazionale. Il permanere della qualità dei finanziamenti su livelli elevati è stato favorito dalle misure governative, specialmente dal ricorso alle moratorie, che hanno riguardato circa un quinto dei prestiti al settore produttivo; tra le aziende con i requisiti di accesso, ne hanno beneficiato soprattutto quelle mediamente più rischiose. In prospettiva, la qualità dei prestiti alle imprese potrebbe risentire dell’aumento dei prezzi dell’energia, con un innalzamento della rischiosità del credito soprattutto per i settori toscani a maggiore intensità energetica (circa il 6 per cento del totale, un valore inferiore a quello medio nazionale). In un orizzonte di più lungo periodo, accresciuti rischi finanziari possono derivare anche dai cambiamenti climatici. L’esposizione di taluni territori a un rischio idrogeologico medioalto coinvolge oltre un terzo dei prestiti alle imprese localizzate in regione, con un’incidenza molto più elevata della media nazionale.

La finanza locale

Nel 2021 la spesa degli enti territoriali toscani ha registrato un aumento più intenso rispetto agli anni precedenti; vi hanno contribuito l’accelerazione della spesa corrente primaria e la ripresa di quella in conto capitale, gran parte della quale è rappresentata da investimenti. In prospettiva questi ultimi beneficeranno delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), le cui effettive ricadute sul territorio dipenderanno anche dalla celerità nella realizzazione delle relative opere. Le entrate non finanziarie sono di nuovo salite, ancorché in misura inferiore rispetto al 2020; tali incassi hanno continuato a essere sostenuti dai trasferimenti adottati per far fronte alla pandemia.

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