Crisi Coronavirus: edilizia, ad aprile in Toscana -85% di ore lavorate e +6 milioni di ore di cassa integrazione
Firenze e Pisa maglie nere. Fillea Cgil Toscana: "Necessario cambiare modello di sviluppo, dal consumo di suolo alla rigenerazione urbana"
In Toscana il settore delle costruzioni esce travolto dal lockdown: nel mese di aprile, le ore lavorate rispetto a gennaio risultano in caduta libera: -85%. Analoga sorte per la massa salari: -80%.
Viceversa, le ore di cassa integrazione registrano una crescita di 6 milioni di ore con un incremento localizzato soprattutto a Firenze e Pisa.
Finiti i mesi del fermo produttivo, tuttavia, l'edilizia sta beneficiando adesso della ripartenza, anche se restano molto distanti i numeri pre-Covid.
Sullo scenario 'choc' del settore interviene ora la Fillea Cgil Toscana, chiedendo di "cambiare paradigma e mostrare capacità di adattamento".
"La Toscana - spiega la segretaria regionale Giulia Bartoli - può essere da esempio e apripista per un nuovo modello di sviluppo, e quelli che poniamo sono alcuni temi che possono dare questa sterzata: chiediamo a chi si appresta a governare questa Regione di farsene carico".
Cambiare modello di sviluppo, aggiunge il sindacato, "significa passare da quello basato su ulteriore consumo di suolo, e cementificazione selvaggia, ad una visione diversa che trova i suoi fondamenti nella rigenerazione urbana: la legge Marson va in questa direzione e va salvaguardata, una scelta ambientale e ambientalmente sostenibile che riqualifichi il patrimonio esistente, che punti sull'efficientamento energetico sia degli immobili pubblici che privati, a cui fra l'altro è legato il 35% degli obiettivi di riduzione delle emissioni".
Ad esempio, è l'auspicio della Cgil che lancia l'idea, "nel comparto manifatturiero delle costruzioni le aziende potrebbero provare a partecipare al bando per la realizzazione di 1,5 milioni di banchi richiesti dal governo per la riapertura delle scuole a settembre".