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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il rapporto Irpet

Commercio estero: cala l'export dei prodotti agricoli, bene quelli alimentari

L’aumento dei prezzi ha parzialmente compensato le perdite

La guerra in Ucraina ha avuto conseguenze pesanti per il commercio agroalimentare della Toscana, peggiori che nel resto di Italia, ma a incidere sui prezzi sono state anche le condizioni climatiche sfavorevoli. A dirlo è il rapporto Irpet dedicato al comparto e relativo al 2022. 

In Italia rincari inferiori a media Ue

Tuttavia a livello nazionale i rincari sono stati più contenuti se comparati con la media europea: i prezzi degli input – trainati, come ovunque, dagli aumenti dei prezzi di energia, fertilizzanti e mangimi – in Italia sono cresciuti del 24%, a fronte di una media europea del 31,4%, mentre quelli dei prodotti agricoli sono cresciuti in misura più contenuta (Italia: +20,6%; Ue-27: +26%).

I prezzi di input e materie prime agricole sono cominciati ad aumentare già dalla seconda metà del 2021, raggiungendo un picco nel secondo trimestre del 2022, per poi tornare ai livelli precedenti la crisi solo nel 2023. Fa eccezione la carne suina, la cui offerta si è ridotta non solo per il generale aumento dei costi, ma anche per le problematiche sanitarie a livello globale legate alla diffusione della peste suina africana  

In Toscana calo del 7% dell’export agricolo

Per quanto riguarda la Toscana, gli ultimi anni sono stati difficili per le aziende agricole, sia per le conseguenze della pandemia, sia per le incertezze legate alle condizioni climatiche che hanno inciso fortemente sui volumi di produzione. L’aumento dei prezzi ha in qualche modo compensato le perdite, seppure con effetti distinti sui vari ordinamenti produttivi, che hanno dovuto confrontarsi con l’impennata dei costi nel corso di tutto il 2022. 

Nel 2022, la dinamica dell’export dei prodotti agricoli toscani e di quelli alimentari e delle bevande è stata divergente. In controtendenza con il resto dell’Italia, l’export toscano a prezzi correnti di prodotti agricoli è diminuito del 7% rispetto al 2021, a fronte di un aumento dell’export nel resto d’Italia del 4,2%. Inoltre la variazione “reale” delle quantità esportate è stata ancora più significativa nel biennio in esame, pari al -15,8%, mentre nel resto d’Italia la variazione reale, pur piccola, ha un segno positivo.

In sintesi, la spirale inflattiva del 2022 ha frenato la perdita di valore dell’export toscano di prodotti agricoli, la cui performance nel 2022 ha risentito fortemente della contrazione dell’export di piante (-8% a prezzi correnti), che ha interrotto la tendenza positiva iniziata subito dopo il Covid.

Bene le esportazioni dei prodotti alimentari

Per quanto riguarda l’export a prezzi correnti dei prodotti alimentari, la crescita è paragonabile a quella delle altre regioni italiane (+19,8%), nonostante l’aumento in termini reali sia stato in Toscana più contenuto che nel resto del paese. Invece, l’export delle bevande è cresciuto in linea con il resto del paese (+10,3% la crescita a prezzi correnti della Toscana; +4,9% in termini reali). Nei primi tre trimestri dell’anno le aziende esportatrici dell’industria alimentare e delle bevande hanno potuto beneficiare dei prezzi crescenti, mostrando dei segni positivi rispetto agli stessi trimestri dell’anno precedente.

L'export di oli e grassi vegetali e animali, che pesano più della metà sul totale delle vendite all’estero dei prodotti alimentari, è aumentato del 23,4% a prezzi correnti, a fronte di una lieve contrazione in termini reali rispetto all’anno precedente. La stessa dinamica si osserva sui prodotti da forno e farinacei, le cui vendite all’estero sono aumentate del 18,5% a prezzi correnti, a fronte di una sostanziale stabilità a prezzi del 2021. L’export dei prodotti lattiero caseari è aumentato notevolmente, spinto sia dall’incremento dei prezzi sia da un reale aumento delle quantità esportate.

L’importanza del mercato Ue

Per quanto riguarda i prodotti agricoli, per oltre due terzi l’export è rivolto alla Ue e, in particolare, a Francia, Germania e Paesi Bassi ed al Regno Unito dove si registra però una forte contrazione (-18,4%). Le riduzioni dell’export verso i paesi asiatici e quelli del Nafta (Nord America) sono state ancora più marcate (rispettivamente, -46,7% e -16,3%), a fronte di un unico segno positivo rappresentato dalle vendite verso i nuovi mercati del Medio Oriente (+49,5%).

In Medio Oriente sono aumentate significativamente anche le esportazioni di prodotti alimentari e bevande. Pur restando un mercato ancora poco rilevante in termini di quote di mercato, la domanda di prodotti made in Italy sta aumentando e sarà interessante osservare i possibili sviluppi nel prossimo futuro.

Le vendite di prodotti alimentari verso l’area euro sono cresciute del 20% e quelle verso gli altri paesi europei del 17%, mentre l’export di bevande verso l’area Euro è aumentato del 13,1%, a fronte di una sostanziale stabilità di quello verso gli altri paesi europei. In questo caso, i segni verso i principali partner sono tutti positivi, a eccezione di un segno negativo per l’export delle bevande nel Regno Unito (-6,9%), che resta uno dei principali im- portatori di vino proveniente dalla nostra regione.

Dopo il rallentamento dello scorso anno, sono riprese anche le esportazioni di alimentari e bevande verso i paesi Nafta, dove aumentano, rispettivamente, del 27,8% e del 15,3%.

I prezzi spingono su il valore delle importazioni

Nel 2022 la Toscana ha importato direttamente prodotti agricoli per un valore del 29,7% più elevato rispetto al 2021. Anche in questo caso l’aumento dei prezzi dilata il valore delle quantità realmente importate, il cui incremento considerato ai prezzi dell’anno precedente è stato molto più contenuto (+3,9%).

Similmente, anche la crescita dell’import di prodotti alimentari a prezzi correnti (+28%) risulta maggiore rispetto a quella stimata ai prezzi dell’anno precedente (+5,6%), mentre nel caso delle bevande, che rappresentano una quota molto limitata del totale delle importazioni agro-alimentari, il pur significativo aumento dei prezzi si è accompagnato a un consistente incremento reale dei prodotti importati. È ragionevole presumere che il caldo anomalo e prolungato del 2022 abbia incrementato la domanda di bevande

Nei primi due trimestri del 2023 prezzi in calo

Dalla fine del 2022 i prezzi degli input e delle materie prime agricole sono cominciati a scendere, seguendo la tendenza al ribasso degli energetici. Tuttavia, la stagione agraria 2022 in Toscana, come nel resto d’Italia, è stata influenzata da condizioni climatiche anomale e particolarmente secche che hanno inciso sulle quantità prodotte e, ragionevolmente, anche sull’export. Se si osservano i primi due trimestri del 2023, il valore dell’export di prodotti agricoli è continuato a scendere, seppure a tassi più contenuti rispetto a quelli dell’anno precedente. Come si vede nella figura 6 (dx), le quantità esportate sono diminuite del 10%. Quindi, nonostante i prezzi in discesa, l’effetto prezzo è riuscito ancora a compensare la perdita di quantità.

Lo stesso ragionamento può essere fatto per prodotti agricoli e bevande nel primo trimestre. Nel secondo trimestre, invece, la contrazione delle quantità di bevande esportate è evidente sia in termini nominali sia reali e ciò può dipendere dalle due annate non positive consecutive del settore vitivinicolo, durante le quali la produzione si è effettivamente ridotta. I buoni risultati dell’annata agraria 2022, durante il quale il vino prodotto è aumentato del 9% a prezzi costanti, e il rallentamento dell’inflazione nel 2023, potrebbe aver invertito la rotta nella se- conda parte dell’anno, con un aumento delle vendite all’estero.

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