rotate-mobile
Cronaca

Un tesoro nel corredo di famiglia, trova arrotolati in un lenzuolo due buoni del ’41 dal valore di 40mila euro

L'uomo che li ha trovati, Domenico Mazza: “Non avevo idea del loro valore”

Tra i ricordi di famiglia e un corredo nascosto in una cassapanca saltano fuori due buoni fruttiferi postali del lontano 1941 nello stupore generale. È successo a Domenico Mazza, 63 anni, originario della provincia di Vibo Valentia, ormai a Firenze da anni. Una ricerca su internet lo porta a contattare l’associazione Giustitalia, che si occupa dei diritti dei consumatori, specializzata nel recupero di titoli di Stato mai riscossi attraverso consulenza e azioni di esperti in diritto bancario, commerciale e tributario.

Il valore attuale di questi due buoni postali di 100 lire l’uno ammonta complessivamente a una cifra pari a 39 mila 870 euro. Investimenti messi da parte, di cui nessuno sapeva l’esistenza, ritrovati mettendo in ordine nella vecchia casa di famiglia.

“Mia madre era deceduta da parecchi anni, la casa era vuota, ma non volevo venderla ancora – racconta Domenico Mazza –. Ho aspettato un po’ per vedere se la volevano i miei figli, ma vivono ormai qui a Firenze. Quindi abbiamo pensato di venderla per poi dividere i proventi tra di loro. Quest’estate io e mia moglie siamo tornati giù per le vacanze, abbiamo pensato di svuotare la casa, pulirla, metter da parte i documenti. Mai ci saremmo immaginati cosa potevamo trovare tra i mobili della casa. Dentro una cassapanca dove era conservato il corredo di mia madre, in un lenzuolo arrotolato c’erano questi due buoni postali da 100 lire l’uno, anno 1941. Eravamo lì per sistemare un po’ la casa, una persona era intenzionata a vederla. Quindi avevo iniziato a mettere tutto in ordine, a regalare qualche mobile ai vicini. Quando io e mia moglie abbiamo aperto armadi e questa cassapanca, abbiamo trovato asciugamani ricamate a mano e lenzuola appartenenti a questo corredo lasciato intatto nella cassapanca, come si usava allora. Mi è sembrato tutto molto strano, sono rimasto sorpreso perché né mia madre né mio padre avevano detto a me e alle mie due sorelle di questi buoni. Anche perché mio padre aveva già sistemato tutto negli ultimi anni per noi figli. Forse negli ultimi mesi di vita mia madre non aveva la lucidità per ricordare di titoli, a causa dell’ictus. In ogni caso non mi aspettavo di trovare questi buoni, ma non ho realizzato subito il loro valore”.

La pratica è stata avviata, ma poche settimane dopo lo stesso Domenico ha ricevuto una lettera dal Ministero dell’Economia e Finanza, che ha frenato l’entusiasmo perché i buoni sarebbero scaduti in quanto sono passati più di 30 anni da quando sono stati emessi. La consulenza dell’associazione non si ferma qui, andrà avanti per tutelare i diritti di Domenico e verificare la possibilità di riscattare i buoni. “Io ormai avevo perso le speranze – spiega Domenico Mazza –. Ho ritrovato questi due buoni ad agosto, ma subito un cognato avvocato e poi anche il direttore delle poste del paesino dove vivevano i miei, Ionadi, in provincia di Vibo Valentia, mi avevano detto che questi buoni sarebbero scaduti. Da una ricerca su internet ho trovato il caso di un’altra signora qui in Toscana che si era affidata all’associazione Giustitalia e aveva riscosso il ricavato di alcuni titoli. Mi sono messo subito in contatto con loro per vedere cosa si poteva fare. Poi è arrivata questa lettera dal Ministero, indirizzata sia a me, all’associazione e alle Poste. La direzione del Tesoro mi ha risposto che questi buoni non si possono riscuotere perché sono prescritti. Come invece dice l’associazione, la prescrizione dovrebbe arrivare dopo 10 anni dal ritrovamento, io li ho ritrovati ad agosto. Vediamo come andrà a finire”.

La storia di Domenico non è ancora terminata, ci sono ancora iter burocratici e giuridici davanti prima di sapere se potrà incassare questi soldi. “Secondo l’articolo 2935 del codice civile la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere – ricorda Luigino D’Ottavi di Giustitalia –. Quindi dal momento in cui c’è stato il ritrovamento. Anche se i buoni sono scaduti dopo i 30 anni decorsi dal 1941, quando erano stati emessi, il diritto a riscuotere il loro valore non può essere attaccato per altri 10 anni dal momento in cui sono stati ritrovati. Dovrebbe risultare l’inerzia del soggetto, mentre noi dimostreremo che i buoni smarriti sono stati ritrovati solo adesso e quindi è possibile riscattarne il valore”.

Apre un link sul telefono e parte bonifico da oltre 10mila euro

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un tesoro nel corredo di famiglia, trova arrotolati in un lenzuolo due buoni del ’41 dal valore di 40mila euro

FirenzeToday è in caricamento