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Cronaca

Bancarotta palestre Klab: l'accusa chiede 3 anni e mezzo per Moretti

L'imprenditore del settore sanità e fondatore degli "Angeli del bello" a processo per il dissesto della catena di palestre. L'attuale direzione: "Nulla hanno a che fare con l’attuale gestione"

La procura di Firenze ha chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi per l'imprenditore Giorgio Moretti, accusato di aver causato il dissesto della palestra Klab.

Una pena più lieve - a 2 anni e 4 mesi - è stata chiesta per l'altro imputato, Mauro Cinti, presidente del consiglio di amministrazione della Klab con gestione operativa di società dilettantistica.

Moretti, imprenditore nel settore della sanità e fondatore degli Angeli del bello a Firenze, è ritenuto dall'accusa l'amministratore di fatto della Klab, che fu ammessa al concordato preventivo dal tribunale nel 2016.

Il patron, secondo l'accusa, avrebbe provocato il crac della società stipulando a costi "esorbitanti e insostenibili" convenzioni d'uso per la gestione delle tre palestre situate in via Marignolle, in via Conti e in via Lulli con la Kontact, società di cui deteneva buona parte delle quote.

Prossima udienza il 15 febbraio 2023: arringhe dei difensori, poi la sentenza.

Il comunicato di CKI: "Nulla hanno a che fare con l’attuale gestione"

La Direzione della CKI srl società gestrice delle palestre a marchio KLAB informa che quanto riportato da alcune testate giornalistiche è riferito a fatti del 2014, ossia alle persone gestrici per il tramite della KGO ssrl, che nulla hanno a che fare con l’attuale gestione. Gli impianti Klab, mai la gestione, sono sempre stati di proprietà della Kontact srl, riferita a Giorgio Moretti, alla quale appartiene anche CKI srl.

CKI srl aveva rilevato le attività Klab dal concordato della KGO ssrl omologato nel 2016, non essendoci mai stato un “crack” della stessa.

Dal 2014, CKI srl ha realizzato ulteriori grandi investimenti per giungere ad una struttura completamente rinnovata prima e durante il periodo Covid; oggi come potete apprezzare le Klab sono più belle, più funzionali e con più contenuti di quando le avevamo rilevate.

L’avvocato Megli, legale di Giorgio Moretti, afferma: "Nonostante la precedente assoluzione perché il fatto non sussiste riportata da Moretti nel procedimento tributario, strettamente collegato a quello oggi in argomento e che anzi ne costituisce quasi il presupposto, non si meraviglia che la Procura, nonostante il processo abbia reso evidente e palese infondatezza delle accuse, abbia chiesto una condanna. Purtroppo così vanno le cose. La difesa confida che il Tribunale prenda una decisione conforme a quanto accertato ovvero di assoluzione "perché i fatti non sussistono.” (ultimo aggiornamento ore 19:30)

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