rotate-mobile
Ospedale Meyer / Careggi / Viale Gaetano Pieraccini

Otto bambini affetti da Sma salvati grazie alla terapia genica

La diagnosi alla nascita resa possibile dallo screening neonatale. Una mamma: “Nostra figlia fa le stesse cose dei suoi coetanei, è una gioia incredibile”

Qui il link per seguire il canale whatsapp di FirenzeToday

Sono già otto i bambini affetti da atrofia muscolare spinale di tipo 1 (Sma1) trattati con successo al Meyer grazie alla terapia genica. Hanno tutti mostrato un netto miglioramento clinico e della loro qualità di vita: in particolare, quattro dei piccoli precocemente trattati hanno presentato uno sviluppo motorio paragonabile a quello dei bambini sani. Pochi anni fa avrebbero avuto poche speranze di sopravvivenza e disabilità gravissime legate alla progressione della malattia. La Sma è una patologia neuromuscolare rara ereditaria, che, secondo la letteratura, colpisce 1 bambino su 6-10mila. È causata da un gene difettoso che impedisce la sintesi della proteina Smn, che invece serve alla sopravvivenza e al funzionamento dei motoneuroni, che sono le cellule che inviano impulsi dal sistema nervoso ai muscoli.

Il ruolo fondamentale dello screening neonatale

Fondamentale, per la diagnosi di questa patologia, lo screening neonatale disponibile grazie alla Regione Toscana: in sei di questi otto casi l’atrofia muscolare spinale è stata individuata proprio così, con una semplice puntura sul tallone a poche ore dalla nascita, quando ancora la malattia non si era manifestata, e questo ha consentito un avvio della terapia molto precoce e dunque dall’efficacia potenziale elevatissima.

La terapia genica per l’atrofia muscolare spinale di tipo 1 (Sma1) è da novembre 2020 una possibilità concreta per i piccoli pazienti italiani, speigano dal Meyer. L’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) a partire da questa data ha inserito il medicinale Zolgensma (onasemnogene abeparvovec), la prima terapia genica per l’atrofia muscolare spinale (SMA), nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, per il trattamento della forma grave della malattia. Si tratta di un farmaco molto costoso e la Regione Toscana è stata tra le primissime regioni a somministrarlo una volta arrivato il via libera dell’Aifa nel 2020.  Fondamentale, in questo senso, la collaborazione tra il team delle Malattie metaboliche del Meyer, di cui è responsabile la dottoressa Elena Procopio, e il Servizio farmaceutico dell’ospedale, guidato dalla dottoressa Lorena Di Simone.

La terapia genica Zolgensma, pur non essendo l’unico farmaco presente sul mercato per il trattamento della Sma, può essere considerato un farmaco non sostituibile. Una sola somministrazione endovenosa può cambiare radicalmente la vita dei bambini nei quali la patologia viene diagnosticata precocemente, arrestando la progressione della malattia e dunque prevenendo la disabilità gravissima che la patologia comporta. Questo soprattutto grazie ai programmi di screening neonatale avviati in prima battuta in Toscana e nel Lazio, regioni pioniere in Italia.

La testimonianza di una mamma

Una delle bambine e bambini seguiti dal Meyer è la piccola Amanda, residente in Toscana, che oggi ha tre anni e mezzo. Racconta la sua mamma: “Quando è arrivata la diagnosi, grazie allo screening neonatale, la bambina aveva 11 giorni ed era completamente asintomatica. Quel giorno è iniziato il nostro percorso al Meyer, prima con la “vecchia” terapia, poi con lo Zolgensma. Non è stato un percorso sempre semplice, si tratta comunque di un farmaco importante. Ma oggi la bambina sta benissimo, ha finito il follow up di due anni e non ha niente di quello che avrebbe avuto se non ci fosse stata questa terapia: nuota, fa ginnastica, va all’asilo. Fa tutto quello che fanno i suoi coetanei e questo per noi genitori è una gioia incredibile”.

“Ossa di vetro”, cammina per la prima volta a 11 anni

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Otto bambini affetti da Sma salvati grazie alla terapia genica

FirenzeToday è in caricamento