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Cronaca

Reazione dopo l'aggressione agli studenti, la manifestazione antifascista: "Doveroso essere qui contro la violenza / FOTO

La reazione della piazza, tanti genitori: "Da 30 anni non scendevo in piazza ma oggi dovevo esserci"

E' partito intorno alle 19 il corteo indetto dai collettivi dopo l'aggressione di alcuni studenti del Michelangiolo da parte di almeno sei esponenti di Azione studentesca, sabato scorso. Una fatto che ha scosso la città.

"Era da trenta anni che non andavo ad un corteo, ma oggi era doveroso esserci. Anche contro il tentativo squallido di derubricare quanto accaduto a semplice 'rissa'", dice Carolina, madre di una ragazza che frequenta il primo anno proprio al 'Miche'. "Non potevamo mancare", le fa eco Alberto, altro genitore.

Tantissime le sigle che hanno aderito, dalla Cgil all'Anpi all'Arci, esponenti dei centri sociali, oltre a numerosissime realtà e associazioni della Firenze democratica e antifascista.

"Non dobbiamo lasciare che aprano nuove sedi di forze come CasaPound in via dei Vanni (vicino Ponte alla Vittoria, ndr), a serve anche chiudere spazi come Casaggì. Bisogna passare dalle sole parole ai fatti, il centrosinistra che governa la città non fa abbastanza", dice Ivan Covelli, del movimento 'Saf', Studenti autorganizzati fiorentini.

La sede di Casaggì, spazio condiviso proprio con Azione studentesca e Fratelli d'Italia, è a poche centinaia di metri dal corteo, che parte da viale Malta e si dirige verso viale Paoli senza avvicinarsi alle forze dell'ordine, che presidiano i due accessi a via Frusa, dove sta la sede di As.

Davanti gli animi si surriscaldano. 'Le sedi dei fascisti si chiudono col fuoco, ma coi fascisti dentro, se no è troppo poco', 'Il partigiano Sugo ce l'ha insegnato, uccidere un fascista non è reato', i cori intonati.

Dietro i giovanissimi della testa del corteo ci sono adulti e genitori, gente comune, si vedono Bundu e Palagi di Sinistra progetto comune.

"È importante rispondere subito, dimostrare quale è la posizione della città. Serve una condanna ferma e certo, la chiusura di Casaggì e di tutte le sedi di gruppi d'ispirazione neofascista", dice Elena Porciatti, di Udu Firenze.

"È la prima manifestazione per me, ma dobbiamo farci sentire, fare vedere che sono tanti a non condividere il bruttissimo episodio accaduto", le parole di Marta, 15 anni. "Lo spavento c'è stato ma sì, è così, dobbiamo reagire, rispondere subito alla violenza", le fa eco la compagna Matilde.

"Di fronte a un rigurgito fascista è dovere presidiare il territorio. Nel governo c'è una componente sicuramente di matrice fascista e forse gli aggressori di sabato si sentono spalleggiati", è sicuro Pablo Pazzi, che sfila con il fazzoletto dell'Anpi al collo. E a proposito di governo, nonostante gli inviti a pronunciarsi, da Giorgia Meloni non arriva nemmeno una parola.

FOTO - Manifestazione antifascista dopo l'aggressione agli studenti del Michelangiolo

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