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Domenica, 28 Aprile 2024
Immigrazione / Novoli / Via delle Pandette

Stranieri e integrazione, è possibile? “Sì, manca la volontà politica di farla” / VIDEO

Stefano Becucci, professore dell'Università di Firenze, spiega che stiamo "Sottovalutando il problema". Gli immigrati in Italia sono più di 5 milioni, a Firenze circa il 15 per cento degli abitanti.

Dopo ogni caso che finisce sulle cronache in cui una persona di origine straniera è colpevole di un reato a Firenze o in Italia, accade spesso che nelle chiacchiere da bar si tenda a colpevolizzare chiunque si trovi sulla penisola facendo di tutta l'erba un fascio. Allo stesso tempo, capita spesso che i frequenti arrivi di migranti sulle nostre coste vengano avvertiti come una minaccia. Una invasione. E che non sia possibile una convivenza tra persone di origine diversa. Eppure in Italia gli stranieri sono milioni (e migliaia a Firenze come dimostrano i dati nei grafici) e si presuppone siano sempre di più in futuro. L'integrazione quindi è impossibile? Abbiamo chiesto a Stefano Becucci, professore di scienze politiche dell'Università di Firenze e autore di numerosi studi e pubblicazioni sull'argomento.

Professore, l'integrazione è possibile?
“Sì però possiamo legittimamente sostenere che nel clima politico corrente l'integrazione sia uno degli ultimi problemi di questo governo. Non che altri governi precedenti abbiano fatto chissà grandi cose. Però con l'attuale maggioranza politica alcuni aspetti si sono esasperati”. 

Perché?
"In primo luogo il fatto che in questi ultimi anni abbiamo avuto un consistente arrivo di migranti via mare. Negli ultimi dati del 2023 risultano quasi 158mila arrivi via mare. Al contempo abbiamo un tipo di politica che non tiene conto del problema dell'integrazione e dell'inserimento. Le priorità sono bloccare queste persone, impedire che arrivino. Noi ci potremmo aspettare delle politiche migratorie che siano all'altezza di un problema di integrazione strutturale in questo paese, analogamente a quanto abbiamo sotto il profilo degli arrivi di migrazioni strutturali. Questa cosa non c'è”.

Arrivi via mare, migranti nelle strutture di accoglienza, stima degli irregolari e quelli effettivamente rimpatriati

Oggi com'è la situazione?
“Ci troviamo in una sorta di cul de sac che ancor prima che essere politico è in un certo senso culturale e cognitivo. Non viene presa in considerazione una qualsiasi proposta tutto sommato di buon senso, possa essere il copiare l'Arraigo spagnolo o lo ius culture. In quest'ultimo caso abbiamo quasi due milioni di stranieri nati qua o arrivati minorenni. Perché a queste persone dobbiamo vietare la cittadinanza italiana? Gli diamo solo una finestra dal primo giorno del 18 anno di età alla fine del 18esimo. Poi la finestra si chiude: o fanno domanda in quel periodo o è finita. Perché non vengono messi in atto degli strumenti che consentano di costruire dei percorsi di integrazione? Conta il clima sociale, la relazione tra popolazione straniera e locale. In un clima sociale incancrenito, difficile, una minima percentuale di stranieri rischia di tradursi in quella classica goccia che fa traboccare il vaso. In un altro contesto quella somma può essere aumentata di 10 volte o 50 volte”. 

Fonte dati comune di Firenze

Una parte politica sembra molto intransigente sull'immigrazione
“Io credo che, usando espressioni un po' desuete della ipocrisia, cattiva coscienza, chi sostiene in italia delle posizioni intolleranti, estremamente restrittive o rigide nei confronti di migranti non comunitari su territorio italiano, sa bene, anche se non lo dice, che quella quota di persone si troverà a breve in una condizione di vulnerabilità sociale che andrà ad alimentare il lavoro nero in Italia nei vari ambiti. Sotto questo profilo c'è una cattiva coscienza: quanto più aumenti le politiche restrittive e più stai contribuendo a una quota di centinaia di migliaia di persone che si trovano in una condizione di ricattabilità nell'ambito del mercato del lavoro e quindi costrette a lavorare per una manciata di euro all'ora”.

Popolazione residente a Firenze, fonte dati comune di Firenze

Cosa si dovrebbe fare?
“La presenza di stranieri qua deve essere affrontata con buonsenso, destinando risorse finanziarie, personale, mediatori culturali, mettendo in atto degli strumenti di integrazioni reali, percorribili. Devi investire perché queste persone che arrivano vanno istruite, formate al contesto italiano, alla lingua. È l'opposto di quanto sta accadendo in questi anni dopo il decreto Cutro. L'impressione è che ci sia una assoluta sottovalutazione del problema, che non sia spendibile politicamente parlarne facendo un richiamo a quello che sta succedendo e che sia controproducente, a maggior ragione per questo governo che magari non da ora ha svolto campagne sicuritarie. Questo governo è il meno adatto sotto tutti i profili a fare un'operazione del genere”.

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