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Cronaca

Tossicodipendenza al carcere minorile: tenta di portare hashish al "cugino", arrestato

L'episodio è stato reso noto dal sincadato Sappe: "Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l'interesse degli spacciatori"

Ha tentato di introdurre hashish nel carcere minorile fiorentino, con la scusa si consegnare un pazzo a quello che definiva come "cugino". Per questo un cittadino tunisino, come riferito dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe, è stato arrestato nel pomeriggio di due giorni fa.

L'hashish è stato trovato "nella cucitura" di un indumento. L'uomo, perquisito, aveva addosso circa 15 grammi di hashish e un coltello, da qui l'arresto. Altri 10 grammi della stessa sostanza erano in possesso di un ragazzino che accompagnava l'uomo, quest'ultimo denunciato alla procura dei minori.

“La polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga e alla detenzione di telefonini nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business. Ogni giorno siamo impegnati in una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti”, denuncia segretario generale del Sappe, Donato Capece. Un problema, quello dei tossicodipendenti che finiscono in carcere, senza altra assistenza, denunciato anche da molte associazioni e ben noto al carcere fiorentino di Sollicciano.

"In qualità di legale che assiste il protagonista maggiorenne della vicenda, scrivo la presente all’unico scopo di segnalare che si tratta di un ragazzo di 18 anni appena compiuti. Il soggetto è stato ritenuto poco pericoloso e la vicenda del tutto occasionale, tanto che il giudice ha ordinato l’immediata liberazione con solo il divieto di dimora nella provincia di Firenze. Al momento siamo in attesa degli accertamenti sulla quantità e qualità della sostanza stupefacente rivenuta", così l'avvocatessa Maria Sole Desii.

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