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Scelte di vita

Addio lavoro a tempo indeterminato, la scelta di Rita e Stefano: “Vogliamo vedere il mondo, abbiamo una vita sola”

Un'esperienza simile già affrontata anni fa: “Tornare alla vita di routine ci toglieva linfa vitale, e allora ripartiamo”

Lasciare tutto e viaggiare per il mondo. Chi non lo ha mai pensato? Stefano Bonadies, 37enne fiorentino, assieme alla compagna Rita Primavera, di un anno più giovane, lo hanno già fatto cinque anni fa. Adesso si apprestano a ripartire.

“Nella vita quotidiana giriamo sempre nella stessa ruota e scendere pare impossibile. Viaggiando però scopri che di giostre da vedere nel mondo ce ne sono tante. E c'è solo una vita per farlo”, dice Stefano.

“Dopo l'altro viaggio pensavamo di poter tornare alla vita di prima, di 'mettere la testa posto'. Ma la vita d'ufficio, consuetudinaria e sedentaria, aumentava sempre di più l'insofferenza. Sentivamo che ci toglieva linfa vitale”, riflette Rita. E così via di nuovo.

Le dimissioni

Rita, calabrese di origine ma ormai fiorentina d'adozione, dopo oltre dieci anni in città, si è appena dimessa da un posto a tempo indeterminato. “Lavoravo da tre anni all'università di Firenze, nel servizio accoglienza studenti del settore relazioni internazionali. Sento che questo percorso è concluso”, spiega con grandissima tranquillità. Stefano invece saluta un lavoro da informatico. Era arrivato il rinnovo ma non ha avuto dubbi: “E' il momento di rimettersi in gioco”.

Il viaggio del 2017

Ma facciamo un passo indietro. Era il 2017 e i due decidono di partire per un lungo viaggio. Prima un periodo in Francia e Spagna, lavorando alla pari. Poi il Marocco e da lì un'avventura di undici mesi.

'Io volevo solo andare in Marocco' è la pagina Facebook che racconta quel viaggio. “Viaggio, non vacanza”, ci tengono a sottolineare i due. “Perché un'esperienza del genere non ha nulla a che vedere con i tempi stretti delle ferie, con lo stress di voler vedere e fare più cose possibili nel minor tempo possibile, come può succedere quando hai poco tempo a disposizione. Al contrario, cerchiamo la lentezza, vogliamo conoscere persone e luoghi, dando il giusto tempo a tutto. Del resto non seguiamo un itinerario preciso, improvvisiamo a seconda di quello che sentiamo”.

Dopo Marocco e Senegal, quella volta, rotta verso il Brasile. Con nave cargo: 15 giorni di navigazione. Poi Argentina e Bolivia, prima di dirigersi, questa volta in aereo, verso il sud est asiatico: Thailandia, Cambogia, Malesia, Nepal e Giappone. Fino al rientro a Firenze.

Un cambiamento profondo

“Durante quel viaggio abbiamo vissuto esperienze straordinarie. Siamo cambiati profondamente, così come le nostre esigenze, il nostro sentire. Non ce ne rendevamo conto, ma tornare alla solita vita non era possibile”, dice Rita. Stefano aveva preso un'aspettativa da un tempo indeterminato e tentò di tornare al solito impiego, receptionist e informatico in un centro congressi. Durò un anno, poi si licenziò per cercare un nuovo impiego, quello che adesso non rinnova.

Ora la nuova partenza. “Ad ottobre scorso siamo stati in Portogallo. Incontrare viaggiatori provenienti da ogni dove ci ha fatto capire che che anche noi volevamo partire di nuovo. In gennaio, in quarantena per il Covid, abbiamo iniziato a pianificare. Indicavamo sulla mappa i posti che avremmo voluto vedere, un po' per gioco”. Tramutatosi in realtà.

Martedì prossimo, 7 giugno, saluteranno ancora amici e parenti: destinazione Islanda. “Lavoreremo tre mesi in un campeggio”. A seguire un breve rientro a Firenze, per liberare la vecchia casa in affitto. E via di nuovo, verso la Grecia. “Se riusciamo vorremo fermarci come volontari in un centro per migranti in Serbia”.

A seguire rotta, ancora, verso il sud est asiatico. “Per vedere posti che non abbiamo potuto visitare nell'altro viaggio. Vietnam, Laos, India. Poi chissà. Non vogliamo calcolare troppo, faremo scelte dettate dal cuore e dal nostro sentire, per seguire ciò che ci fa sentire vivi. Non ci diamo limiti, potremmo stare via tre mesi ma anche tre anni”, sorride Rita.

I soldi

Quanto ai soldi, assicurano, ne possono bastare meno di quanto si pensi. “Nei Paesi che attraversiamo lavoriamo alla pari. Con workaway.info (piattaforma che mette in contatto chi viaggia con chi ospita, ndr) si trova di tutto, possiamo lavorare qualche ora al giorno in cambio di vitto e alloggio. Questo aiuta molto. Per il viaggio del 2017 - ricordano -, abbiamo speso in tutto 9mila euro a testa in undici mesi, molto meno di quanto avremmo speso restando a Firenze tra affitto e tutto il resto. E può bastare anche meno”.

“Le certezze della vita quotidiana - riflette in conclusione Stefano -, fanno spesso temere imprevisti e novità. Una paura che può incatenare. Noi crediamo che ci sia tanto altro che dà senso alla vita. Dopo determinate esperienze è difficile richiudersi”. E allora, si può anche dire: addio posto fisso. Il mondo è là fuori che aspetta.

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