rotate-mobile
Cronaca Varlungo / Via Aretina

Chiude libreria di quartiere: “Triste andare via ma non è più la città giusta”

La scelta dei fiorentini Mauro e Francesca: “A chi viene a fare scorta regaleremo libri”

Un'altra libreria indipendente che tira giù il bandone. “E' triste ma non è più la città giusta. E' irriconoscibile, manca la curiosità”. A parlare è Mauro Falciani, 57 anni, titolare assieme alla moglie Francesca della libreria 'Mucho Mojo' di via Aretina, a due passi da piazza Alberti.

I due nel quartiere sono molto conosciuti. “Anche se oggi vendiamo di più tramite canali web e Facebook che qui, dal vivo”, prosegue l'uomo. Gli spazi sono piccoli, con libri incolonnati ovunque, e i volumi sono molti di più di quelli che ci si potrebbe aspettare.

“Ne abbiamo 23mila. Adelphi, Einaudi, cofanetti fuori catalogo, edizioni di prestigio”, sottolinea Mauro, per il quale i libri sono molto più che un lavoro, una vera e propria passione viscerale. “A casa ne abbiamo 13mila, non sappiamo più dove metterli”.

Due affitti da pagare, per abitazione e locali della libreria, pesano. Ma la scelta di chiudere non è dettata solo da motivi economici. Anzi. "'Mucho Mojo' significa 'molta magia' (ed è il titolo di un romanzo di Lansdale, ndr). Deriva da una parola africana, e per noi è la magia dei libri. Ora chiudiamo questa parentesi ma la magia continuerà. Vogliamo cambiare vita, andare in campagna. Andremo verso la costa, tra Livorno e Pisa. Prenderemo un posto che sarà allo stesso tempo casa e libreria, un luogo dove poter ritemprare la mente. Perché vendere libri per noi non è solo un fatto commerciale, è un fatto personale, vogliamo stabilire un rapporto personale con il cliente. Qui del resto si può venire e parlare di libri per ore”, prosegue il 57enne, mentre mostra le scaffalature ricolme di volumi. “Le ha costruite tutte mia moglie, si può dire che la libreria l'ha fabbricata lei”.

Come autori, si trova di tutto: da Pasolini a Proust, da Gramsci a Cassola ad Achille Campanile, passando per Miller, Tolstoj, Borges e chi più ne ha più ne metta. Oltre alla narrativa, anche poesia, storia, saggistica. “E abbiamo anche una sezione di gialli”.

Il periodo del Covid non è stato quello peggiore, anzi. “Abbiamo venduto parecchio, le persone hanno riscoperto il valore dei libri. Negli ultimi due mesi, in corrispondenza della guerra in Ucraina, va invece molto peggio. Credo che le persone siano preoccupate e non vogliano più spendere. Eppure la follia della guerra si contrasta anche con i libri, leggendo, imparando”, aggiunge l'uomo.

La libreria era aperta da quattro anni esatti, dopo un breve periodo in San Niccolò e in via Orsini, mentre in precedenza l'uomo aveva avuto altre librerie.

La chiusura ormai è certa, anche se la data ancora non c'è. “Nei prossimi mesi, appena troviamo un posto come vogliamo”, spiegano i due coniugi. In libreria si trovano libri nuovi e da collezione. Si possono spendere centinaia di euro, ma è pieno anche di libri usati e titoli interessantissimi da pochi euro. In queste ultime settimane di apertura una promozione speciale. “Non sconti, ma a chi fa scorta acquistando tanti libri ne regaleremo altrettanti”. Prima della libreria c'era un negozio che vendeva caldaie. Chissà cosa ci verrà dopo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Chiude libreria di quartiere: “Triste andare via ma non è più la città giusta”

FirenzeToday è in caricamento