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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Conto corrente, odissea chiusura: 5 mesi e costi sospetti

La disavventura di un correntista fiorentino: "Aspetto da mesi, ancora non mi hanno reso i miei soldi"

Una formalità? Non proprio. Un risparmiatore fiorentino ha aspettato 5 mesi per vedere chiuso il conto in banca. Con addebito di spese, a quanto pare, del tutto immotivate.

Francesco, ingegnere fiorentino 38enne, il 1° giugno 2015 si reca nella filiale Bnl di viale Europa: “Vorrei chiudere il conto”. Segue il trasferimento del denaro presso un altro istituto di credito. “Ho lasciato sul conto Bnl 200 euro, come mi ha consigliato l'addetto allo sportello”, ricorda il 38enne. Il conto però verrà chiuso solo il 3 novembre 2015, 5 mesi dopo la richiesta. Possibile?

Al momento della notifica della chiusura, in novembre, dei 200 euro lasciati sul vecchio conto ne erano rimasti solo 17,56. “Alcune spese accreditatemi erano inspiegabili”, spiega l’ingegnere. Telefonate, mail, visite in filiale: tutto inutile. “Che fine avevano fatto i miei soldi? Per me era diventata una questione di principio - spiega il correntista -. Mi hanno detto che ci sono voluti 5 mesi perché avevo domiciliazioni attive sul conto, ma non era vero, le avevo trasferite tutte prima di chiedere la chiusura. Hanno anche cercato di farmi credere che per l'operazione di chiusura ci fossero costi ulteriori”.

Francesco racconta di aver trovato, nell'estratto conto finale rilasciato dalla banca, diverse voci di spesa senza spiegazione (quelle cerchiate in rosso nella foto sotto, ndr). Prima ha chiesto spiegazione per 23,25 euro. “Trattenuti per una seconda carta di credito, che però non ho mai richiesto”. Gli verrano restituiti a fine dicembre scorso. “Senza alcun motivo per il ritardo. Significa che avevo ragione”, pensa Francesco, che allora chiede chiarimenti per altri tre addebiti: da 11,52 euro, da 20,70 e da 16,90. In totale, altri 49,12 euro.

“Dopo molta insistenza mi hanno detto che, al momento di richiesta della chiusura del conto, le condizioni del contratto sono cambiate unilateralmente, con aumento dei costi. Che, senza che mi venisse comunicato, mi sono stati addebitati per ben 5 mesi”. L’8 gennaio 2016 Francesco decide di passare alle vie legali, presentando in filiale una lettera in cui chiede la restituzione dei soldi mancanti e intimando una risposta entro 30 giorni.

La banca, a questo punto, sembra cedere. Francesco riceve una raccomandata l'8 febbraio 2016: “Dopo attenta verifica - questo il testo -, le comunichiamo che stiamo predisponendo un rimborso a suo favore per euro 37,60. Ci scusiamo per il disguido”.

Il gestore clientela relazionale della filiale Bnl di viale Europa, contattato telefonicamente sei giorni fa, il 20 aprile, si giustifica così: “Non ci risulta che la chiusura sia stata effettuata il 1° giugno, abbiamo chiesto al correntista la copia firmata del documento di chiusura, ma non ce l'ha. L'operazione di chiusura è iniziata quando è tornato in filiale, in novembre”.

Il correntista replica di non avere ricevuto nessuna copia del documento, confermando la sua versione dei fatti e aggiungendo: “La banca deve aver conservato quel documento firmato da me, basta che lo tiri fuori e si risolve ogni dubbio: ci sono data e firma. Non lo trovano perché è datato 1° giugno 2015”. Il responsabile contattato però, nel frattempo non più raggiungibile, su questo non fornisce spiegazioni. Conferma l' “errore”, o meglio il “disguido”, cioè la somma di denaro trattenuta, che “sarà restituita”.

Un semplice “disguido”? I 37,60 euro (ad oggi, oltre due mesi dopo la raccomandata, non ancora restituiti), sommati ai 23,25 iniziali, diventano 60,85 euro. Una cifra piccola? “Non direi - chiosa Francesco -. Se viene trattenuta da tutti i conti correnti chiusi, senza che i correntisti se ne accorgano, la banca quanto si trattiene?”. Bella domanda.

FOTO - Banche: che odissea per chiudere un conto corrente

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