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Cronaca

Maledette carceri italiane: a Sollicciano scatta la protesta del materasso

"Materassi finiti, corridoi invasi dall'acqua piovana, ambienti insalubri in cui vivono i figli di alcune detenute, bambine e bambini". Così la senatrice di Sel Alessia Petraglia al termine del sopralluogo nel penitenziario

Alcuni “detenuti della sezione penale maschile hanno gettato in mezzo ai corridoi umidi i loro materassi, finiti rettangoli di gommapiuma, ormai inadatti al riposo, e hanno deciso di dormire senza a partire da questa sera”. Così all’interno del carcere di Sollicciano, come ha riferito la senatrice di SEL Alessia Petraglia al termine del sopralluogo di oggi nell’istituto penitenziario fiorentino.

La senatrice ha raccontato di essere “stata testimone di un fatto drammatico e singolare”, ovvero l'inizio di questa sorta di sciopero del materasso. “Le condizioni del carcere di Sollicciano sono inumane e vergognose – commenta Petraglia –. Disperazione, disumanità, strutture fatiscenti e sovraffollate sono una costante del penitenziario fiorentino e sono la cifra di una vergogna per la nostra città e per il nostro Paese”.

“I corridoi invasi dall’acqua piovana, gli ambienti insalubri in cui sono costretti a vivere anche i figli di alcune detenute, bambine e bambini di pochi anni di età, a Sollicciano sono un’inaccettabile normalità che si protrae da troppo tempo e che già in passato avevamo denunciato”.

“Mi sono quindi ritrovata – prosegue la senatrice – a parlare con i detenuti riuniti in una sorta di assemblea, durante la quale ho avuto modo di ascoltare quanto sia difficile vivere in un carcere che anzichè contribuire alla riabilitazione di coloro che hanno sbagliato, è sempre più una sorta di discarica sociale di persone abbandonate a se stesse, alle quali sono negati i più elementari diritti. I problemi sono quelli della quotidianità, sono i materassi rotti, le celle piene, i pasti scadenti preparati in cucine inadeguate rispetto al numero di detenuti. Qualcuno può permettersi il lusso di acquistare il cibo e prepararselo per conto proprio, ma sono sempre in meno quelli che possono farlo, a causa di un prezzario altissimo rispetto alle reali possibilità economiche. A questo si aggiunge l'assenza di occasioni di lavoro offerte ai detenuti, un modo per guadagnare qualcosa, ma anche e soprattutto per prepararsi al reinserimento nella società”.

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