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Cronaca

Ragazzino aggredito in campo, la Lnd: "Chi ha sbagliato non venga marginalizzato ma aiutato"

La presa di posizione da parte della federazione dopo il grave episodio avvenuto in una partita degli Allievi B

L'episodio che è avvenuto sabato scorso nella gara del campionato di Allievi B tra Folgor Calenzano e Casellina, dove un ragazzino è stato aggredito ad un avversario con calci e pugni alla testa, ha scosso tutto il movimento calcistico giovanile della Toscana. Sulla questione ha preso posizione anche la Lega Nazionale Dilettanti Toscana, che ha sottolineato come il ragazzo che ha commesso la violenza non venga abbandonato, ma seguito per capire l'errore commesso. "E' innegabile che il gesto  rappresenti un atto di particolare  violenza che poteva provocare conseguenze gravissime, un fatto però isolato in una gara tranquilla che stava terminando senza particolari difficoltà o eccessi di animosità, come dimostrato dall’assenza di ammonizioni comminate fino a quel momento - dichiara Paolo Mangini, presidente del Comitato Regionale Toscana -.  Un’esplosione di rabbia incontrollata, illogica che purtroppo si evidenzia anche in altri ambiti della vita sociale e sportiva. Un fatto che, se rapportato alle migliaia di gare che settimanalmente vengono disputate nella nostra regione, non giustifica  l'etichetta di "calcio giovanile violento" attribuita da alcune testate giornalistiche in questi ultimi due giorni.

"Aspettando il pronunciamento del Giudice Sportivo a cui il direttore di Gara invierà il referto arbitrale - aggiunge Mangini-, ed ipotizzando probabili pesanti provvedimenti a carico del ragazzo che si è reso protagonista del gesto violento, ritengo necessario e urgente che il sistema sportivo debba prevedere parallelamente, in casi come questo, alcune azioni che permettano al giovane atleta di intraprendere un percorso “riparatore”. Questi ragazzi, che hanno gravemente sbagliato, non devono  essere marginalizzati ed abbandonati ma aiutati a prendere coscienza del proprio errore attraverso azioni di valenza educativa e sociale. Abbiamo il dovere di punire chi sbaglia senza però correre il rischio di perdere ragazzi che possono essere recuperati".

"Il Settore Giovanile e Scolastico della Toscana ormai da molti anni, attraverso progetti mirati, coinvolge famiglie, dirigenti, tecnici e ragazzi con momenti di confronto e dialogo che mettono sempre al centro i valori dello sport e tra questi il rispetto in tutto le sue forme - dichiara Enrico Gabbrielli, Coordinatore Regionale del Settore Giovanil e Scolastico della Toscana -. Siamo consapevoli che più di nuove ricette è necessario un impegno costante per il raggiungimento di una vera cultura sportiva. Il processo ha bisogno di tempo e di lavoro continuo che coinvolga in particolare le famiglie e l'istituzione scolastica, le due più importanti agenzie educative che sono a contatto con i ragazzi. Ed è per questo che il Settore Giovanile e Scolastico ha sviluppato specifici progetti rivolti anche al mondo della scuola al fine di promuovere il calcio come strumento educativo.

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