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Cronaca

Negoziante si ribella e dice "no" al Black Friday: "Così Firenze muore"

Calvani nel mondo delle scarpe da 40 anni e un'attività in via degli Speziali: "La nostra una scelta etica"

Black Friday? No, grazie. Il commercio fiorentino di momenti difficili ne ha vissuti tanti, ma ora la pandemia mette a dura prova la sopravvivenza di tutte (o quasi) le attività, soprattutto nel centro storico. E in mezzo all'emergenza c'è chi si ribella alle spietate regole di un mercato sempre più a misura di grande catena. Con il piccolo che fatica a resistere.

Così "Calvani", negozio di scarpe nel cuore della città, dice "no" al "venerdì nero" dei saldi autunnali. "Cari clienti e followers, volevamo informarvi che abbiamo deciso di non aderire al Black Friday", si legge in un post sulla pagina Facebook dell'attività. Il "venerdì nero" dello shopping, fissato quest'anno il 27 novembre, è una tradizione americana arrivata da tempo anche in Italia e prevede sconti che negli anni si sono sempre più prolungati per giorni o settimane in questo periodo.

"La nostra famiglia lavora con passione nel mondo delle scarpe da 40 anni, sempre fedele agli stessi concetti di qualità, proposta, gentilezza e coerenza. - si spiega - E' un momento difficile a 360 gradi ma vogliamo superarlo a modo nostro. Per la nostra filosofia, il modo di risparmiare è comprare meno e comprare di qualità. Questo cerchiamo di offrire, prodotti di qualità e non l’affannosa ricerca di un codice sconto. Spero che ci perdonerete. Speriamo di riaprire presto il negozio e di lavorare a modo nostro per altri 40 anni".

Il negozio di via degli Speziali, con la zona rossa toscana, è chiuso e rimane attivo solo con lo shopping online. Ma già nei giorni precedenti gli affari scarseggiavano per le attività commerciali: il coprifuoco e soprattutto la chiusura alle 18 delle attività di ristorazione aveva di fatto desertificato le strade. E, di conseguenza, gli acquisti. In centro già da alcune settimane si respirava un clima mesto e gli acquisti non erano certo incoraggiati. Risultato: i negozi avevano già ridotto l'orario (anticipando la chiusura serale).

"Fra tessere e scontistiche varie i clienti sono sempre più restii ad acquistare a prezzo pieno. - spiega Umberto Calvani, giovane gestore del negozio - Cercare prezzi migliori è legittimo e comprensibile, ma più che una questione economica si innesca un meccanismo psicologico ansiogeno secondo il quale se non prendi una cosa a saldo ti senti uno stupido, senza magari accorgerti che su quel prodotto è stato apportato un ricarico maggiorato per poterlo poi presentare scontato. E' un inganno sia per il cliente che per il commerciante".

"Nonostante le difficoltà abbiamo sempre lavorato, anche dopo la fine del primo lockdown e anche senza turisti, - prosegue il gestore - ma in questa selva sarà sempre più difficile: un mercato libero così concepito produce una concorrenza sempre sleale nei confronti del piccolo commercio di qualità. Quasi certamente noi saremo penalizzati dalla decisione di non aderire al 'Black Friday', ma è una scelta etica: molte piccole attività sono già morte e di questo passo diventerà impossibile sopravvivere".

A fare da avvoltoi sul cielo di Firenze ci sono grandi gruppi internazionali, pronti a dare l'assalto agli immobili del centro, come già successo ampiamente e come sta accadendo anche per le botteghe storiche sul Ponte Vecchio. E la fiorentinità rischia di sparire del tutto.

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