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Cronaca

Tav: gioco di squadra in favore di una ditta a rischio insolvenza

Un "consolidato gioco di squadra tra pubblici ufficiali e gli esponenti di Coopsette e Italferr, che ha tutti i connotati di una stabile associazione a delinquere"

Sui lavori per il sottoattraversamento fiorentino della Tav c'era un "consolidato gioco di squadra tra pubblici ufficiali e gli esponenti di Coopsette e Italferr, che ha tutti i connotati di una stabile associazione a delinquere". E' quanto scritto nel decreto che ha portato a una serie di sequestri, fra cui quello della 'talpa' che avrebbe dovuto scavare il tunnel. Gli indagati sono 31 fra funzionari e dirigenti dei ministri dell'ambiente e delle infrastrutture, dell'autorità di vigilanza sulle opere pubbliche, di Rfi e Italferr, e imprenditori, come i vertici del general contractor Nodavia e della cooperativa che ne è socia di maggioranza Coopsette. Indagati la presidentessa di Italferr Maria Rita Lorenzetti (ex governatrice dell'Umbria, Pd), e il dirigente dell'unità di missione del ministero delle infrastrutture Ercole Incalza, e il geologo Gualtiero Bellomo, della commissione via del ministero dell'ambiente. I componenti dell'associazione, scrivono i pm Gianni Tei e Giulio Monferini, che hanno coordinato l'inchiesta del ros, "pianificavano una serie di interventi a vasto raggio per influire e determinare le varie amministrazioni coinvolte, in maniera da superare ogni possibile ostacolo e intralcio agli obiettivi dell'associazione: ovverosia favorire al massimo in termini economici Nodavia e tramite essa Coopsette (di cui si teme la prossima insolvenza) a scapito dei costi dell'appalto e a danno delle casse dello Stato". Fra l'altro, l'organizzazione avrebbe velocizzato le pratiche di una variante all'autorizzazione paesaggistica legata a un aggiustamento del progetto che originariamente avrebbe comportato dei rischi per il complesso monumentale fiorentino della Fortezza da Basso. Verifiche investigative riguardano la Veca sud, una delle ditte incaricate di smaltire i rifiuti, che gli investigatori sospettano possa essere collegata alla criminalità organizzata. Verifiche analoghe riguarderebbero anche aziende con le quali alcuni professionisti indagati hanno avuto rapporti professionali. (Ansa)

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