La denuncia di una donna: "Mio figlio bullizzato perché gay"
Lo sfogo della donna su Facebook: "Gli han tirato una bottiglia di birra, non riporto le parole perché feriscono"
Bullizzato e aggredito perché gay. È la denuncia di una madre di Grassina, in merito a quanto successo al figlio nei giorni scorsi proprio nella frazione del comune di Bagno a Ripoli.
"È possibile che mio figlio ed una sua amica non possano camminare per Grassina e essere bullizzati (più che altro mio figlio gay) da un gruppo di cinque poppanti?". Inizia così lo sfogo-denuncia di C., su un gruppo Facebook della zona.
"Gli hanno tirato una bottiglia di birra! Io non mi fermerò qui dato che è successo all'Acli. Chiederò se ci sono telecamere perché il bullismo omotransfobico è una specifica forma di discriminazione e violenza", prosegue la donna.
Il tutto, nella serata di lunedì 4 settembre. "Sono veramente arrabbiata che uno non possa camminare senza dare noia a nessuno. Non riporto le parole perché feriscono. Spero di sapere chi sono e guardare in faccia i loro genitori", prosegue la madre del ragazzo, intenzionata a sporgere querela.
La donna è stata contattata dal sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, che ha risposto pure pubblicamente su Facebook.
"Cara C., voglio ribadire a tuo figlio e a te tutta la mia solidarietà e la vicinanza dell’amministrazione. La vera Bagno a Ripoli non è quella. Episodi simili, che fai bene a denunciare, non rispecchiano il vero volto della nostra comunità, Proprio per questo sabato stiamo promuovendo un incontro contro l’omotransbifobia", scrive il sindaco, invitando la donna a partecipare con il figlio, che però, sulle cronache cittadine dei principali quotidiani di oggi ha raccontato di vivere adesso nella paura.
"Come istituzioni, continueremo a lavorare con le scuole, con le nuove generazioni, per creare a partire da lì cittadini consapevoli. Purtroppo - aggiunge Casini -, il nostro Paese è ancora in attesa di una legge contro l'omofobia. Un ritardo che deve essere colmato al più presto".