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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Palazzo Davanzati: rievocazione della Casa Fiorentina Antica

A cura di Rosanna Bari

Il museo di Palazzo Davanzati, con l'ultimo allestimento del 24 settembre 2022, si è arricchito della grande sala dedicata ai ricami e ai merletti italiani ed europei, e di uno spazio completamente dedicato ad Elia Volpi, l'antiquario che, all'inizio del secolo scorso, dette nuovo lustro all'antica dimora, tramandandola ai posteri come suggestiva rievocazione della dimora fiorentina antica.

La storia di palazzo Davanzati ebbe inizio verso la metà del XIV secolo quando i Davizzi, ricchi mercanti e banchieri della corte pontificia ad Avignone, al loro rientro a Firenze, costruirono un'imponente dimora frutto dell'accorpamento di più case torri. Fu solo nel 1578 che i Davanzati divennero i proprietari del palazzo, nome con cui, da allora, l'antica dimora è conosciuta.

Ma la storia del palazzo fu destinata a cambiare ancora quando, nel 1838, Carlo Davanzati, ultimo discendente della famiglia, morì gettandosi da una delle sue finestre. Da quel momento, le molteplici realtà che caratterizzarono la vita al suo interno, portarono la struttura ad un progressivo degrado, e al rischio di essere abbattuta nell'ambito del riassetto urbanistico di Firenze Capitale.

Sopravvissuto alle demolizioni, nel 1904 l'acquisto da parte di Elia Volpi segnò la rinascita del palazzo. Proveniente da Città di Castello, pittore e restauratore formatosi all'Accademia di Belle Arti di Firenze, fu prezioso collaboratore dell'antiquario Stefano Bardini che lo introdusse nel mondo del collezionismo, dove egli si impose come antiquario di fama internazionale.
Il restauro della storica dimora, intrapreso dal nuovo proprietario, durò oltre cinque anni. Infine, allestita come modello ideale di antica dimora fiorentina, fu inaugurata il 24 aprile 1910 come museo privato della Casa Fiorentina Antica, divenendo importante luogo di riferimento per ricchi collezionisti e antiquari. Il palazzo, inoltre, rappresentò un prezioso scrigno di decori parietali che, all'epoca di Volpi, si connotarono come un vero e proprio "stile Davanzati", largamente imitato anche oltre confine. 

L'edificio, dopo aver conosciuto negli anni altri proprietari, vide mutare radicalmente le sue sorti dopo l'acquisto da parte dello Stato italiano che, nel 1956, lo aprì al grande pubblico, lasciando immutata l'impronta che Elia Volpi aveva sapientemente tracciato.

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