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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Chiesa dei Santi Simone e Giuda: tempio della comunità ucraina a Firenze

A cura di Rosanna Bari

In piazza San Simone, nella zona di Santa Croce, si affaccia la chiesa dedicata ai Santi apostoli Simone e Giuda Taddeo. Sulla semplice facciata a capanna, un'antica iscrizione riporta il 1243 come anno in cui venne eretta la nuova chiesa, frutto della trasformazione del piccolo oratorio costruito dai monaci benedettini della Badia.

La lunetta sopra il portale d'ingresso, arricchito ai lati da due colonne, è decorata dall'affresco "Madonna con Bambino tra i Santi Simone e Giuda" di Nicodemo Ferrucci.
Nel 1630, l'nterno fu rinnovato ad opera di Gherardo Silvani grazie al cospicuo contributo finanziario di Bartolomeo Galilei. Egli apparteneva ai Cavalieri di Malta, così come testimonia la grande croce dell'Ordine al centro del bellissimo soffitto ligneo a cassettoni, decorato in verde e oro, che sovrasta la navata unica.
Fra le opere più antiche della chiesa, il trecentesco "San Pietro in cattedra" del Maestro di Santa Cecilia e il quattrocentesco tabernacolo in terracotta invetriata di Andrea della Robbia.


Ai lati dell'altare le due statue in marmo dei Santi titolari della chiesa realizzate da Orazio Mochi. Decorano le pareti della navata dipinti di importanti artisti attivi nella prima metà del Seicento, tra cui Jacopo Vignali, Francesco Curradi, Onorio Marinari e Cecco Bravo.

La Chiesa dei Santi Simone e Giuda ospita oggi la comunità ucraina cattolica di rito bizantino, per questo l'interno è stato modificato con l'aggiunta dell'iconostasi: parete divisoria posta davanti all'altare che separa lo spazio sacro riservato ai religiosi da quello riservato ai fedeli. L'iconostasi è composta da pannelli decorati da icone: le immagini sacre di Cristo, di Maria e di Santi, da cui appunto prende il nome.

L'edificio sacro, in questo triste periodo di guerra, rappresenta non solo il luogo di culto della comunità ucraina, ma anche un luogo di incontro e di preghiera aperto a tutte le altre comunità e religioni, per formare, in una fusione di voci, un unico coro per invocare una pacifica convivenza libera dalla prevaricazione degli uni sugli altri.

Solo con l'abbattimento di questo muro si potranno gettare le basi per una vera fratellanza fra i popoli che, pur mantenendo le proprie identità, che differenziano ma non dividono, potranno finalmente essere uniti in un dialogo comune per perseguire un unico obiettivo di pace.

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