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Fiorentina: la vittoria a Torino chiude un 2020 tribolato. Per il futuro serve chiarezza

I viola hanno concluso l'anno con un successo di prestigio ma l'obiettivo per questa stagione resta la salvezza. Nel 2021 Commisso, Pradè e Barone sono chiamati a non ripetere gli errori commessi in estate

Alla vigilia di Juventus-Fiorentina dello scorso 22 dicembre soltanto i più visionari avrebbero potuto immaginare una vittoria dei viola a Torino. Con la squadra al quart'ultimo posto in classifica, appena 11 punti in 13 partite ed enormi difficoltà a far gol su azione, la sconfitta sembrava annunciata. 

Invece, come nelle più classiche favole natalizie, ecco l'inaspettato lieto fine: partita in discesa dopo soli 3 minuti con gol di Vlahovic ed espulsione dell'ex Cuadrado, i bianconeri che faticano a segnare e che vanno definitivamente a picco nella ripresa con l'autorete di Alex Sandro e il più classico dei gol dell'ex di Caceres.

Una vittoria in casa della Juventus in Serie A non si verificava dal 2 marzo 2008 (2-3): in panchina, anche quella volta c'era Cesare Prandelli ma erano tempi molto diversi da oggi. Quell'anno la Fiorentina si classificò al quarto posto ottenendo la qualificazione alla Champions League e in rosa c'era gente come Mutu, Gilardino, Pazzini e Osvaldo. Oggi, invece, la realtà parla di una Viola in lotta per non retrocedere nonostante gli sforzi sul mercato di Commisso. Ha fatto bene Prandelli, chiamato a sostituire Iachini dopo un avvio deludente, a ribadire a più riprese a stampa e tifo che la priorità in questo momento non è il bel gioco bensì il raggiungimento al più presto dei 40 punti necessari a raggiungere la salvezza.

La vittoria allo Stadium ha chiuso nel migliore dei modi il 2020, un anno tribolato anche a causa della pandemia che ha colpito da vicino i gigliati con tanti casi tra giocatori e staff. Il risultato positivo contro i rivali bianconeri, ad ogni modo, non deve gettare fumo negli occhi. Per l'anno che verrà Commisso, Barone e Pradè devono assolutamente fare tesoro dei propri errori e porre le basi per un futuro più tranquillo. Nello scorso campionato, concluso con la salvezza e con il rinvio delle ambizioni europee alla stagione 2020-2021, la nuova proprietà aveva ancora delle attenuanti ma diverse situazioni in estate non sono state gestite nel migliore dei modi. Dalla conferma di Iachini, sbugiardata dopo sole 7 giornate (nonostante una media punti migliore di quella di Prandelli), al calciomercato, condizionato dalla cessione di Chiesa all'ultimo istante. Desta perplessità anche la costruzione della rosa, infoltita di centrocampisti con caratteristiche simili tra loro ma sprovvista di un vero centravanti (se si esclude il giovane Vlahovic sul quale non può poggiare tutto il peso dell'attacco gigliato), per non parlare dell'acquisto di Callejón che nel 3-5-2 viola non è per nulla di facile collocazione.

Anche per questo motivo la finestra di mercato di riparazione a gennaio assume un'importanza cruciale. L'obiettivo primario è certamente quello di un attaccante che possa garantire una decina di gol, poi bisognerà sistemare le situazioni di coloro che non rientrano nei piani (vedi Cutrone) e degli eventuali rinnovi di Milenkovic e Pezzella. Prima verrà ottenuta la salvezza, prima sarà possibile programmare il futuro (nel quale rivestono un'importanza capitale anche le questioni relative al centro sportivo e allo stadio). Un futuro del quale non si sa se farà ancora parte Prandelli, che ha firmato fino al termine della stagione ma la cui conferma è strettamente legata ai risultati.

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