rotate-mobile
social

Leonardo Pieraccioni: "Con la mia fidanzata ci vediamo dal lunedì al giovedì. Ceccherini? Una ragazza l'ha salvato"

L'attore e regista fiorentino si è raccontato in una lunga intervista: "Le mie relazioni non durano più di tre anni"

Dall'infanzia ai suoi rapporti d'amore "che non durano più di tre anni" fino ai legami di amicizia e la grande carriera cinematografica. Leonardo Pieraccioni si è raccontato senza censure in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. L'attore ha parlato dei suoi primi anni da adolescente, quando il babbo lo mise a lavorare in una falegnameria per la poca voglia di studiare, ai successi dei suoi film, che in molti criticano essere "sempre uguali", fino alle relazioni avute, tra cui la più importante Laura Torrisi, con la quale il personaggio fiorentino ha avuto una figlia. 

L'infanzia e i primi successi

"I miei primi quattordici anni sono stati i più belli - dichiara l'attore -. Si rideva tanto in casa, in via della Mattonaia, quartiere popolare di Firenze. Per tutta la vita ho cercato di riprodurre il suono di quelle risate. Erano catartiche, in famiglia si prendevano in giro con gli amici, come da tradizione toscana, sembrava di stare sul set di Amici miei. Quelle risate sono state un buon auspicio per il mio futuro. Ho il diploma di terza media. Quando mi bocciarono a scuola, il mi’ babbo per farmi capire che la vita dei non istruiti è difficile mi mise a lavorare in una falegnameria dal suo amico Arturo Vannini che nel film Il pesce innamorato ho omaggiato: faccio il falegname e mi chiamo Vannino. Tuttora mi piace l’odore del coppale. Ma il mio sguardo era sempre rivolto al Teatro Verdi, che era di fronte alla bottega. Provai come perito aziendale, mi ritrovai in una classe con 2 ragazzi e 25 ragazze. La professoressa di matematica, Pravisani, mi chiese: fai ancora gli spettacolini in tv? Sì. Ecco, continua a farli perché la scuola non fa per te. La presi alla lettera".

Pieraccioni iniziò la propria carriera giovanissimo, all'età di 16 anni: "con le imitazioni di Troisi, Bombolo, Benigni. Ho smesso quando ho capito che ridevano dei personaggi e non delle cose che dicevo io. Presto cominciai con il cabaret normale. La mia gavetta sono stati i pub, le piazze". Il grande salto arrivò nel 92', con un personaggio indelebile della storia della tv italiana, Raffaella Carrà: "L’unica che credette in me. Avevo fatto un biglietto da visita con su scritto: Leonardo Pieraccioni, provinista professionista. A Roma avrò fatto quaranta provini per tutti i programmi possibili e immaginabili. Ne ricordo uno al Bagaglino di Pingitore. Ma avevano ragione loro, ero un misto tra i comici toscani, Benigni, Benvenuti, Nuti, e non avevo sviluppato la mia personalità. A quell’età avevo i capelli corti, la giacchetta di velluto anche d’estate, sembravo un pinolo, uno fuori posto. Lavoravo come magazziniere, leggevo Sorrisi e Canzoni dove mettevano tra parentesi l’età degli attori. Tutti sbocciavano un po’ prima dei 30 anni. Mi dissi, se fino a quell’età non hai combinato nulla torni a fare il magazziniere".

"I Laureati", "Il Ciclone" e i rapporti con la critica

Il Pieraccioni che conosciamo oggi iniziò a maturare all'età di 28 anni, col celebre fil I Laureati: "Claudio Cecchetto mi aveva visto con Carlo Conti nel varietà Succo d’arancia su una tv locale e mi chiamò a DeeJay Television. A 28 anni girai il film I laureati, su ragazzi che non volevano crescere. Chi debuttava aveva la sindrome dei David di Donatello, io mai avuta, sono un guitto, contento di ciò che faccio. Rita Rusic, che mi produceva con Vittorio Cecchi Gori mi disse, con I laureati hai incassato 15 miliardi di lire, se ne facciamo 8 sarà un successo. Il Ciclone ne incassò 78. Nessuno aveva previsto quel successo, tantomeno io".

L'attore fiorentino spiega poi il suo rapporto con la critica: "Fanno il loro mestiere, a volte infausto. Un film è come un figlio. Il critico è un pediatra. Spogliato il bambino dicono se ha le gambe storte. Il fatto è che trovano la gamba storta anche quando è dritta. Parlano al plurale. Ormai hanno una funzione folcloristica. Uno scrisse che ho la faccia da puffo, oggi non potrebbe scriverlo, sarebbe bullismo. Faccio sempre i soliti film? Non è così, quell’omino che veniva travolto da ragazze belle come modelle, prevalentemente sudamericane, e faceva scattare l’immedesimazione scatenando fantasie è rimasto fino al 2001: Il principe e il pirata è con Luisa Ranieri".

La storia con Laura Torrisi e i rapporti d'amore poco duraturi

Pieraccioni ha parlato anche del suo rapporto iù importante, quello con Laura Torrisi, che ha dato alla luce una bambina: "Non mi considero un latin lover. Mai avuto mezza storia con le mie attrici, manco mezzo bacio, se non con Laura Torrisi, con cui ho fatto una figlia. So che sta preparando qualcosa come attrice. Le donne sulle crisi di coppia a 40 anni capiscono quello che gli uomini capiscono a 50. Ci sono donne che non sono pronte a fare le mogli. Ora Laura ha 42 anni e le auguro un matrimonio meraviglioso per i prossimi 60 anni arrivando a 100 mano nella mano col suo sposo".

E sui rapporti d'amore che non riesce far durare, l'attore spiega: "Il matrimonio è una maratona di 50 km. Bisogna avere fiato e testa per superare i momenti critici. A me dopo qualche curva mi si rompono i lacci delle scarpe. Non supero i tre anni. Ho 58 anni e non è un fatto d’età. È una sorta d’infantilismo, corro il rischio della sindrome da Peter Pan. Io ci parlo con i miei amici sposati, al 90 per cento sono separati. Poi si risposano e si riseparano. Ho la resistenza di una formica zoppa. Ma forse è vero fino a un certo punto, sto da quattro anni con Teresa che è fuori dal cinema, vendeva capsule per il caffè, ha una figlia anche lei, ci vediamo dal lunedì al giovedì, poi sto con mia figlia Martina. I genitori separati e i figli diventano coppiette, arriva il weekend e ci chiediamo, che si fa stasera, pizza o bistecca? I figli dei separati godono di una certa indulgenza dei genitori. Ho visto in tv lo psichiatra Paolo Crepet che invece su questo tema è granitico e ne ho fatto la parodia".

L'amore per Firenze e il retroscena su Ceccherini

L'attore e regista ha sempre mostrato sia artisticamente che nella vita privata l'amore per la sua città natale, Firenze: "Sono un sorcino da sempre. L’unica festa l’ho fatta quando ho compiuto 50 anni. Venne Renato Zero con la torta. Per il resto, parenti e amici, Panariello, Conti". E proprio su un amico in particolare si è soffermato Pieraccioni, Massimo Ceccherini: "Feci a lui la prima telefonata. Mi fai un regalo per i miei 50 anni? Non venire al compleanno. Temevo che facesse le sue battute di m..., che mi creasse imbarazzo mettendomi a disagio. E' un poeta maledetto che da ragazzino faceva l’imbianchino col su’ babbo. Ha avuto momenti caotici con qualche bicchierino di rum di troppo. Era il terrore delle feste. Noi gente di cinema siamo piccoli imprenditori attenti a non sbagliare, lui è un vero artista, va giù dritto a 200 all’ora senza casco. Non legge i copioni, non vuole sapere niente. Ma ora è diventato un prete di provincia. Abita in campagna sopra Pistoia con una ragazza che l’ha salvato. Ma ogni tanto dovrebbe bersi un goccetto. È diventato di una noia, parla solo del figlio. Prima era troppo se stesso, come lo era Piero Ciampi".

Nella lunga intervista c'è stato spazio anche per una battuta su Francesco Nuti: "L'ho conosciuto prima che si ammalasse. Da ragazzo recitavo nei teatrini, mi chiese di andarlo a trovare a Roma, dove viveva, a Natale. Mi presentai senza appuntamento. La domestica aprì e gli disse, c’è un certo Pieracciolli. E lui, ma sei venuto davvero. Gli lessi dei soggetti orribili. Lui fu gentile, adottò il metodo Baglioni",

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Leonardo Pieraccioni: "Con la mia fidanzata ci vediamo dal lunedì al giovedì. Ceccherini? Una ragazza l'ha salvato"

FirenzeToday è in caricamento