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Sabato, 27 Aprile 2024
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Nasceva oggi Julinho: brasiliano dal cuore viola e protagonista dello scudetto del 56'

Il fuoriclasse brasiliano giocò nella Fiorentina per tre anni, dal 1955 al 1958

Probabilmente i tifosi più giovani non se lo ricorderanno, ma avranno sicuramente letto delle sue gesta, mentre i sostenitori storici avranno ancora in mente le sue giocate. Stiamo parlando di Julio Botelho, noto più comunemente come Julinho, fenomeno brasiliano e artefice della strepitosa cavalcata che portò la Fiorentina a vincere il suo primo storico scudetto nel 1956. Nato il 29 luglio1929 a San Paolo, iniziò a muovere i primi passi da calciatore nella Juventus, squadra di San Paolo, per poi passare alla Portuguesa per 400 mila lire, dove si affermò definitivamente come giocatore, segnando 101 reti in 191 presenze nel ruolo di ala. Quello che colpiva di Julinho non erano solo le sue straordinarie doti tecniche, ma anche quelle morali, tanto da ricevere un premio dalla lega arbitrale brasiliana per non aver mai preso un'ammonizione in tre anni. 

Il Mondiale e l'approdo alla Fiorentina

Entrato a far parte del giro della Nazionale, Julinho stupì tutti per il Mondiale che giocò con la nazionale verdeoro nel 54', dove il Brasile si arrese ai quarti di finale contro l'Ungheria di Ferenc Puskas. Le prestazioni di Julinho catturarono gli occhi delle grandi squadre, e a sorpresa, nell'estate del 55', il nazionale brasiliano arrivò a Firenze, grazie all'allora presidente Befani, che sborsò la cifra di 60 milioni di lire. Inutile dire che l'asso carioca divenne il perno di quella Fiorentina allenata da Fulvio Bernardini, che insieme a Julinho, schierò in avanti Prini e Virgili. Julinho in quell'annata non segnò molto (solo 6 gol), ma fu fondamentale con i tanti assist per i compagni, che spesso dovevano solo appoggiare il pallone in porta. Questo schema portò la Fiorentina a comandare la classica dopo otto giornate fino all'ultima, che consegnò alla squadra viola il suo primo storico scudetto, rompendo l'egemonia di Juve, Inter e Milan, che vincevano da sei anni. Anche la stagione dopo Julinho fu uno dei protagonisti della squadra, con la Fiorentina che concluse il campionato al secondo posto dietro al Milan, e riuscì a raggiungere la storica finale di Coppa dei Campioni persa a Madrid contro il grande Real. 

Il ritorno in patria e la morte

Come spesso accade ai brasiliani, dopo due anni anche Julinho fu preso dalla così detta “Saudade”. Nonostante ciò, la Fiorentina riuscì a convincere il giocatore a rimanere anche per la stagione 57/58, dove i viola arrivarono ancora secondi, stavolta dietro la Juve. Al termine di quella stagione, l'asso verdeoro fece rientro in Patria, precisamente al Palmeiras, dove chiuse la propria carriera da calciatore nel 1967. Nonostante furono solo tre gli anni passati a Firenze, quello fra Julinho e la Fiorentina fu un grande amore: il giorno della sua morte infatti, il 10 gennaio 2003, si scoprì che nella propria casa tante pareti erano dipinte di viola, segno per non dimenticare Firenze, e che al suo funerale, oltre alle bandiere di Portuguesa e Palmeiras, fu presente anche quella della Fiorentina.

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