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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Da commessa a content creator, la storia di Beatrice: “Vi racconto come funziona il mondo di Instagram”

Beatrice ha lasciato un posto di lavoro sicuro per dedicarsi al mondo dei social, dove racconta alla sua community i luoghi curiosi che scopre durante le sue esperienze

Ama definirsi “Quella delle cose ganze”, ha 30 anni e vive a Firenze. Lei è Beatrice Ghelli, “bea_around” su Instagram, ed è un'influencer fiorentina, anche se lei preferisce definirsi in altro modo. “Non mi piace quella parola, perché creo contenuti digitali, quindi meglio content creator”. Sulla sua pagina social Beatrice racconta alla sua community i luoghi non comuni che visita durante i suoi viaggi. Posti da scoprire, divertimenti, buon cibo e molto altro sono gli ingredienti di una ricetta che l'ha portata col tempo a scommettere sulla sua passione: il mondo dei social.

"In realtà è tutto nato per sbaglio – racconta Beatrice -, perché volevo aprire una pagina Instagram di candele fatte a mano. Mi sono accorta però che non ero brava in questo, quindi mi sono buttata sulla mia passione per i viaggi. Riguardando i miei vecchi itinerari mi sono accorta che creavo delle vere e proprie cacce al tesoro. Non mi piaceva andare a vedere solo il museo famoso o il monumento iconico. Il mio obiettivo era ricercare cose particolari. Da qui ho pensato di raccontare agli altri ciò che scoprivo ed è andata bene”.

Dai racconti di Beatrice si capisce che quello del content creator non è solo una passione, ma un lavoro vero e proprio. Ogni singolo post viene studiato, progettato e richiede giornate di lavoro. Insomma un lavoro non per tutti. “A discapito di quello che pensa la maggior parte delle persone, non si può fare questo dall'oggi al domani. Io ho fatto dei corsi di psicologia e marketing durante gli anni, e dopo tante esperienze svolgo questa professione da circa un anno, con regolare partita iva”. Prima di dedicarsi al mondo dei social, la 30enne fiorentina ha lavorato per nove anni come commessa in una profumeria. Un impiego che gli stava stretto e, nonostante la sicurezza di avere uno stipendio fisso ogni mese, ha deciso di cambiare vita. “Ad un certo punto mi sono accorta che quel lavoro non era fatto per me. Quindi ho cominciato con le prime collaborazioni non pagate, poi le cose sono andate bene e ora, anche se non ho una sicurezza fissa ogni mese, riesco comunque a vivere con questo lavoro”. 

Instagram quindi, se sfruttato a dovere, può davvero essere remunerativo. Ma bisogna saperci fare, e non tutto è così semplice come sembra. “Tutti si aspettano che noi facciamo la vita da Chiara Ferragni, ma purtroppo non è così. Molto spesso ciò che faccio vedere sul mio profilo lo pago io. In realtà le regole dicono che tutto ciò che ci viene omaggiato va scritto. Poi sui prezzi ognuno fa i suoi. Ad esempio io le prime collaborazioni chiedevo 50 euro per un video che magari mi portava via due giornate intere, quindi ho poi imparato a chiedere la giusta cifra. Il compenso dipende da che progetto fai e quanti follower hai, anche se devo dire che in tanti fanno i furbetti comprandoseli. In ogni caso non esiste uno stipendio fisso, dipende da vari fattori. E no, Instagram non paga i content creator. I compensi arrivano esclusivamente dalle collaborazioni con le varie aziende, alle quali io propongo un progetto studiato e mirato”. 

Idee, voglia di farcela e coraggio sono quindi doti fondamentali per lavorare sui social. Un mondo in continua evoluzione, che vede avvicinarsi la “minaccia” dell'intelligenza artificiale. Anche i content creator infatti temono questa nuova tecnologia, capace di creare dal nulla influencer dal viso angelico capaci di acchiappare migliaia di follower in poco tempo. Ne è la dimostrazione la famosa Aitana Lopez, “influencer virtuale” creata con strumenti di intelligenza artificiale che su Instagram vanta 250 mila seguaci. Aitana pubblica selfie taggando marchi come la linea di prodotti per capelli Olaplex e il gigante della lingerie Victoria’s Secret. “Credo che in futuro – conclude Beatrice – questo potrebbe essere un problema. Al momento forse potrebbe alleggerirci il lavoro, come per esempio quando ti ritrovi a fare un video in un posto con tanta gente, e quindi in quel caso l'intelligenza artificiale può risolvere il problema. Detto questo penso che le cose reali siano sempre quelle più interessanti. Io ho smesso di utilizzare anche i filtri di Instagram, e le persone mi scrivono continuamente perché si sono affezionate a me come Beatrice e non come quella che fa i video. Diciamo che può essere un'ottima risorsa se utilizzata però nel modo giusto”. 

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