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Fotografia subacquea: la coppia toscana vince il titolo italiano come migliore squadra

Il sub ha raccontato i particolari di una disciplina tanto affascinante quanto impegnativa

Si sono conclusi i Campionati Italiani di Fotografia Subacquea 2022 indetti dalla Federazione Pesca Sportiva Attività Subacquee e Nuoto Pinnato (Fipsas) e svoltisi nella splendida cornice dell'Isola Bella di Taormina. Dal 17 al 25 settembre, 50 tra i migliori fotografi subacquei italiani hanno dato vita alla competizione per la migliore produzione fotografica. Il campionato per Società ha premiato la coppia toscana formata dal pratese Francesco Visintin e il fiorentino Stefano Cerbai del Centro Sub Alto Tirreno. 

Una disciplina affascinante quella praticata da molti sub, che abbinano alla passione per la fotografia, come Stefano Cerbai appunto, che ai nostri microfoni ha raccontato come è andata l'ultima esperienza in Sicilia: “E' stata una bellissima avventura, ma soprattutto siamo riusciti a riportare in Toscana il titolo. La nostra è un'attività subacquea in modalità estemporanea, “no filter”, cioè senza ritocchi al computer. Tutti i concorrenti hanno un tempo limitato e una bombola di aria per scattare un massimo di 350 foto. Quando noi risaliamo, consegniamo la scheda di memoria al giudice di gara. In questi scatti dobbiamo creare almeno 4 foto per le 4 categorie, una grandangolo, che riprende l'ambiente circostante, un pesce o un suo particolare, una macro, cioè tutti i soggetti piccoli e una quarta foto che ogni anno viene scelta dalla Federazione. Quest’anno era“creativa". Per creare questa quarta categoria abbiamo fatto riferimento al luogo della gara (Sicilia) ed abbiamo rappresentato un eruzione dell’Etna con soggetti subacquei. Con queste 4 fotto abbiamo ottenuto un primo posto, due secondi posti e un terzo. La somma di questi punti ci hanno fatto diventare Campioni Italiani di Fotografia Subacquea per Società.”

Sembra tutto semplice a parole, ma in realtà le difficoltà che si celano dietro questo sport sono numerose: “La cosa più difficile – continua Stefano - è farsi bastare il tempo, sia per l'aria della bombola sia per le realizzare le foto. Poi non siamo in un ambiente naturale per l'uomo, quindi è difficile rimanere fermi mentre si scatta le foto”.

Una passione quella di Stefano che nasce da lontano, e quasi per caso, come spesso accade in queste situazioni: “Ho iniziato a fare sub nel 2004, ma non ero molto appassionato alla fotografia. Uscito da scuola, iniziai a fare praticantato presso uno studio dove c'era Stefano, il titolare, un fotografo che mi ha fatto innamorare di questa arte. Poi durante la leva militare ho conosciuto Alessandro il mio attuale collega che faceva l'istruttore subacqueo, e da lì ho unito le due cose. Volevo scoprire cosa c'era sott'acqua, perché il “non vedere” più o meno fa paura a tutti. Così facendo ho scoperto che sotto non c'è niente di pericoloso. Dopo ho conosciuto Francesco Visintin, il mio attuale compagno di immersioni fotografiche, che mi ha aiutato a migliorarmi fotograficamente".

“Mi immergo non solo nei mari ma anche nei fiumi – racconta Stefano – e anche qui troviamo una quantità enorme di vita, ma purtroppo anche una marea di spazzatura. Dobbiamo metterci in testa che questo pianeta è il nostro posto, e se continuiamo così, prima o poi nei mari troveremo più immondizia che pesci".

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